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La dottoressa del distretto militare

Regia di Nando Cicero vedi scheda film

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La recensione su La dottoressa del distretto militare

di solerosso82
6 stelle

Il nuovo medico dell’ospedale militare è una procace dottoressa (Edwige Fenech), chiamata a confrontarsi con quello che sembra più un manicomio di mentecatti che una caserma. Un giovane furbetto (Alfredo Pea) è pronto a tutto pur di essere congedato e di far breccia nelle grazie della dottoressa.

 

Pastiche folle firmato da Nando Cicero (con lo zampino di Salvatore Milizia), noto anche con l’appellativo di “er Fellini de Trastevere”, già aiuto regista in Le notti bianche, Salvatore Giuliano, Le mani sulla città e autore di una manciata di film con Franchi e Ingrassia.

Trionfo della scatologia e del turpiloquio volgare e pecoreccio, del raccapricciante, degli impulsi masturbatori, il suo cinema è la punta di diamante del trash italiano, che ha trionfato alla fine degli anni ’70, senza più ripetersi in forme così follemente estreme.

In questo show di freak scoreggioni, lardoni, storpi  e depravati omofobi, la Fenech sembra un’apparizione surreale e metafisica, tanto eterea quanto tangibile nelle visioni erotiche di Pea, con i suoi seni turgidi perfetti e le linee morbide, un’apoteosi di femminilità apollinea, esaltata ancor di più nel contrasto con la follia dionisiaca della caserma. Di tutti i suoi registi, Cicero è quello che meglio ne ha esaltato la bellezza.

Stesso cast de L’Insegnante, successo della stagione precedente: oltre ai due protagonisti, i veterani Mario Carotenuto (l’Ufficiale) e Nino Terzo (l’infermiere), il medico impersonato da Gianfranco D’Angelo (completamente schizzato), Alvaro Vitali (il paziente-recluta, ancora con accento sicula). Primo ruolo da comprimario del caratterista pugliese Lucio Montanaro. Cameo di Jimmi il Fenomeno nei panni di una suora travestita (!), piccola parte per Renzo Ozzano (il soldato baffuto in motocicletta) e Carlo Delle Piane, il medico analista con la passione di Shakespeare e ossessioni trav.

Tra le innumerevoli scene stracult, su tutte Alvaro Vitali che scoreggia bolle di sapone e si lega al pene la lana filata dalla suora per masturbarsi.

I deretani mollicci maschili in fila alla visita medica sembrano quasi una citazione del Salò pasoliniano.

Primo di una trilogia sexy-pecoreccia con protagonista la Fenech, seguito da La soldatessa alla visita militare (1977) e La Dottoressa del distretto militare (1978), diretti sempre da Cicero.

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