Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Dopo avere raccontato (e criticato) con American Beauty la contemporanea società statunitense, adesso Sam Mendes si tuffa nei ruggenti anni '30 per raccontare quanto sia difficile essere un buon padre, specie quando si lavora per un boss della malavita e ci si ritrova con metà famiglia fatta fuori e in fuga con un figlio preadolescente che tende a scoprire il mondo un tantino in fretta. Grande senso della messa in scena, un ritmo impeccabile, una direzione degli attori infallibile (e superstar come Hanks e Newman che potrebbero permettersi tranquillamente di strafare optano ammirevolmente per il sottotono). Nell'intreccio non mancano passaggi schematici, ma per più di metà film é davvero difficile avere un momento di respiro, e non é un risultato che sanno garantire tutti i film!
Alcuni passaggi come ho detto sono schematici e a volte prevale un senso di freddezza, ma la tensione c'é e il misto gangster story/affetti famigliari si amalgama molto bene.
E' una di quelle interpreti su cui si potrebbero scrivere saggi, qui purtroppo il suo ruolo é minimo, seppur tragico. Sufficiente però per comprendere che anche lei ha prontamente aderito alla cifra sotto le righe voluta dal regista.
Il ragazzino al centro della storia. Volto fiero e sofferto. Anche se i tre fanciulli di American Beauty lasciavano di più il segno!
Mendes ne ha mortificato non poco la bellezza (stempiato, denti guasti e nel prefinale sfregiato), ma il ruolo del sicario/fotoreporter, pur se non lunghissimo, gli consente di imporsi nuovamente come presenza nervosa e da non trascurare. Forse la sua apparizione é meno memorabile di quella nel film di Spielberg dello scorso anno, A.I., dove faceva il robot gigolo, ma ce ne fossero...
Uno dei più celebri allievi dell'actor's studio ogni tanto ama ritornare su quel grande schermo cui deve il suo meritato successo. Se all'apice della sua carriera era una presenza travolgente, qui, dove interpreta un capo mafia irlandese afflitto da un figlio debosciato ma ambizioso é intenso e controllatissimo. Ma nelle poche scene in cui il personaggio perde la calma (vedasi quella in cui percuote il figlio, che deve essere stata non poco difficile anche per motivi privati), la sua disperazione arriva direttamente al cuore.
Non una sbavatura, una gigioneria. Sembra nato per interpretare ruoli così trattenuti. Naturalmente si sa che non fa solo questi. Solo che quando lo vedi in prestazioni come questa non sai francamente dire in quali vesti lo preferisci.
Lo so che il recensore più in dovrebbe dimostrarsi in grado di diffidare di questo ex-enfant prodige della scena inglese che é riuscito a fare il boom con American Beauty, che diffida della politica dell'autore e molti considerano "simpaticamente". Ma, in tutta sincerità, quando si ha un tale senso del ritmo, si dirigono gli attori con così grande maestria, si scelgono collaboratori del calibro di Conrad Hall e si inseriscono nei propri film momenti epici come la sparatoria notturna sotto la pioggia, non si ha diritto ad essere considerati BRAVI?!?
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