Regia di Robert Fuest vedi scheda film
Tramutazione dell'acqua in sangue. Rane. Zanzare. Mosconi. Morìa del bestiame. Ulcere. Grandine. Cavallette. Tenebre. Morte dei primogeniti.
Sono le bibliche dieci piaghe d'Egitto, con cui Dio punì il popolo egiziano per la schiavitù degli Ebrei.
L'organista Anton Phibes, dottore in teologia, ha perso l'adorata moglie sotto i ferri in un'operazione chirurgica e anche lui sembra che abbia trovato immediatamente dopo una tremenda morte in un incidente automobilistico; ma Phibes, sopravvissuto e aiutato da una giovane e bella assistente, organizza in gran segreto una terribile vendetta nei confronti dell'équipe medica che non ha salvato sua moglie, ispirandosi nel modus operandi alle piaghe d'Egitto. Scotland Yard brancola nel buio, intuisce il filo conduttore degli stravaganti assassinii di medici londinesi ma non riesce a fermare la lucida e romantica rivalsa di Phibes...
"Amore mio...Mia soave Regina e sposa ineguagliabile...Io soltanto rimango vivo, che posso portare sollievo alla tua grande pena. Troppo presto, mio dolce amore, ti fu tolta la vita. Ed è unicamente attraverso la mia opera di giustizia che i nostri cuori potranno ritrovarsi ancora riuniti in un'unica fiamma."
Phibes pronuncia queste parole su un casalingo altare dedicato alla moglie Regina, grazie ad un grammofono collegato alle corde vocali che gli consente di parlare dopo l'incidente che lo ha sfigurato, e si capisce come sia mosso da un sentimento legato più alla giustizia divina che all'odio terreno; Phibes non è il cattivo del film, ma l'(anti)eroe colpito nell'amore più profondo, è un messaggero che esprime la punizione destinata a chi è stato per lui responsabile di un delitto, non è un banale assassino ma un uomo che, come Dio, agisce per vie misteriose e simboliche, che brucia i busti d'argilla dei sanitari uccisi, che suona l'organo insieme ad un'orchestra formata da manichini, tanto per citare un paio dei suoi rituali macabri.
L'abominevole dottor Phibes, che anticipa per la trama il Seven di Fincher di venticinque anni, è lungi dall'essere un film perfetto, un capolavoro; ma in un'ora e mezzo di straniante surrealtà offre scene indimenticabili, come l'uccisione di un'infermiera tramite le locuste, oltre ad un gran protagonista che è una stella del cinema di genere (Vincent Price) e ad un impianto teatralizzante, che compensano con magnifica bizzarria, colori sovraccarichi, strepitosa carica immaginifica, un ritmo un po' compassato. Originalissimo, visionario, da vedere.
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