Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Alberto ha ampiamente passato la cinquantina, ma continua a mettere incinta quella povera donna di sua moglie, colpevole di avergli messo al mondo solo femmine finora. Sarà il quarto parto quello giusto, che gli regalerà insomma l'erede maschio? Alberto, come per magia, esprime il desiderio di avere un bambino e si risveglia padre... di tre maschi. Colpo di scena inaudito: neppure allevare figli di sesso maschile è una passeggiata.
Neri Parenti non è ancora andato in pensione, questa è l'unica notizia rilevante che viene da questo Volevo un figlio maschio, film dalla rara inconsistenza che mescola vecchi luoghi comuni a vecchie battute, vecchie situazioni riciclate della commedia italiana a vecchi personaggi intrisi di vecchi valori e vecchi ragionamenti, cui vengono messi in bocca vecchi dialoghi già mosci e scarsi di contenuti quando vecchi ancora non erano. Il mestiere è quello che è, l'impostazione della pellicola è sostanzialmente televisiva per la fattura spartana che la contraddistingue; il protagonista Enrico Brignano recita alla sua maniera il suo solito personaggio (nulla da eccepire, per carità, ma un film intero sulle sue spalle è francamente eccessivo) e il copione ricalca di prepotenza quelli di cinquanta altri film del passato (firme in sceneggiatura: Parenti, Manuela D'Angelo, Gianluca Bomprezzi, Pier Paolo Piciarelli). Medusa e Prime Video producono (con fondi ministeriali discutibili a seguito) non si sa bene con quali aspettative in mente; Volevo un figlio maschio è davvero un'opera fuori tempo massimo di qualche decennio – come del resto tutta l'ultima parte della produzione del regista. Almeno la volgarità è tenuta sotto controllo. Altri interpreti: Giulia Bevilacqua, Maurizio Casagrande, Mariano Rigillo. 2/10.
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