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The Creator

Regia di Gareth Edwards vedi scheda film

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La recensione su The Creator

di imperiormax89
7 stelle

Quando la macchina è fuori controllo è anche forse obbligata a rivoltarsi contro?

In un futuro ormai prossimo una guerra incombe tra umani e androidi. L’unica speranza è un’arma definitiva in mano agli androidi che porrà fine a tutto. Un agente delle forze speciali verrà incaricato di prelevarla e all’occorrenza distruggerla. Scoprirà in seguito che tale arma vada ben oltre il concetto di guerra, dell’essenza umana e dell’Intelligenza Artificiale.

Allora, la qualità tecnica e visiva di Gareth Edwards non si discute, la messinscena è ben curata, il tutto è confezionato in stile simil-orientale per come viene narrato e i simildroidi hanno un design bello, così come il bombardiere Nomad nella stratosfera.

locandina

The Creator (2023): locandina

E’ vero che i contenuti sembrano derivativi e già visti e qualcosina non torna del tutto. Però racconta qualcosa di originale ossia di come l’IA fuori controllo non è sempre sinonimo di pericoloso. Per una volta l’antropocentrismo è messo da parte di più per vedere il punto di vista e la prospettiva delle macchine. Quante volte si è parlato di “Essere più umani degli umani stessi”?! Ecco, questo film lo fa’ capire di più con i simildroidi e la bambina. Di come il concetto di programmazione vada forse ben oltre quello dell'anima e dei sentimenti. Di come i droidi cercano veramente la pace in maniera molto più diplomatica degli Americani che semplicemente distruggono quello che non riescono a controllare piuttosto che conviverci, anche in maniera piuttosto ipocrita senza ammettere i propri errori. Tra l’altro si vede un po’ l’allegoria di come si sono comportati gli Americani dall’11 settembre in poi in Medio Oriente, iniziando per un motivo giusto, ma diventando forse peggio dei terroristi stessi. Ce ne sarebbero altre di tematiche davvero interessanti e credo che in una director’s cut il tutto sarà ancor meglio contestualizzato. In più Washington jr. se la cava molto bene, ma Madeleine Yuna Voyles ancora meglio.

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