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Lovely, Dark, and Deep

Regia di Teresa Sutherland vedi scheda film

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La recensione su Lovely, Dark, and Deep

di mck
6 stelle

Not Real.

 

C’era davvero realmente bisogno di un “BackCountry” (2014) fantascientifico tra i graniti coniferati di un fittizio Arvores (le location sono portoghesi) National Park delle Montagne Rocciose? Certo che no, e infatti eccolo qui, l’esordio alla regìa nel lungometraggio (dopo un paio di corti licenziati allinizio del decennio scorso) di Teresa Sutherland, la sceneggiatrice - ruolo che ricopre anche per l’occasione - del “the Wind” di Emma Tammi (e direi che si spiegano molte cose), a prendere tutto il (peggio del) film di Adam MacDonald senza cogliere manco uno spunto innovativo o interessante da opere (che gli sono superiori, di poco o di molto) quali “HoneyMoon” (2014) di Leigh Janiak, WhitOut Name” (2016) di Lorcan Finnegan, “Save Yourselves!” (2020) di Alex Huston Fischer ed Eleanor Wilson, “Significant Other” (2022) di Dan Berk & Robert Olsen e da tutto il cinema di Justin Benson e Aaron Moorhead e limitandosi ad estrapolare il titolo da un verso – “The woods are lovely, dark and deep”: sì, senza quella cazzo di virgola in più che gli anglofoni (britannici, statunitensi & C.) a volte mettono - perché son fatti così, loro: crapulonici pazzi ridondanti dissipatori - prima della “e” di congiunzione, e che in quel contesto ci sarebbe stata pure bene, eh – della “Stopping by Woods on a Snowy Evening” di Robert Frost (1874-1963) e ponendone in esergo un altro – “And into the forest I go, to lose my mind and find my soul” – ancor più celeberrimo e proverbiale (e forse apocrifo) di John Muir (1838-1914), che, accanto agl’ideali compagni di passeggiate, di viaggio e d'avventura Ralph Waldo Emerson (1803-1882; Natura, Condotta di Vita), Henry David Thoreau (1817-1862; Walden ovvero Vita nei Boschi, Disobbedienza Civile, Cape Cod) e Ansel Adams (1902-1984; the Camera, the Negative, the Print; Gruppo f/64) ha fatto dei “woods” (singolari: albero; e plurali: boschi e foreste) ragione di vita dell’intera specie umana, anche di quella nolente e incosciente.

 


Fotografia di Rui Poças, montaggio di Alexandra Amick e musiche di Shida Shahabi, mentre la Georgina Campbell di “Barbarian” (Zach Cregger, 2022), “Bird Box Barcelona” (David Pastor & Àlex Pastor, 2023) e l’in imminente uscita “the Watchers” (Ishana Night Shyamalan, 2014) da A.M. Shine ci mette - protagonista assoluta con al fianco Wai Ching Ho e Nick Blood - del suo, ch’è pure in parte apprezzabile, ma non basta che no.

 

Ma poi come funziona la cosa: tipo che sul Monte Trascinone si può stare tranquilli perché fuori dai confini del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise mentre sul Monte Palombo si è spacciati?

 

* * ¾ - 5.5   

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