Regia di Brian Koppelman, David Levien vedi scheda film
Gangster-movie poco originale e popolato da personaggi oltremodo stereotipati nel quale persino il buon colpo di scena finale viene gettato alle ortiche. Come scriveva il buonista Tv Sorrisi e Canzoni: “Consigliato agli amanti del genere”.
Il giovane rampollo di un potente boss mafioso convince il padre ad affidargli un 'lavoretto' nel Midwest che seppur facile nelle apparenze si trasformerà ben presto in un pozzo senza fondo di problemi. Insieme a tre amici dovrà venire a capo dell'intricata vicenda in breve tempo onde evitare mali peggiori. Raccontato così il film, pur non brillando certo quanto a originalità nell'incipit, potrebbe risultare comunque interessante nello svolgimento. Sfortunatamente le cose sono andate in maniera ben distinta e il risultato finale è di un’ovvietà e sciatteria da centro commerciale. Succede in fondo tutto ciò che ci si aspetta, esattamente quando ce lo si aspetta, e inoltre i 4 giovani protagonisti rappresentano ciascuno uno stereotipo: c'è quello ricco, c'è quello bello, c'è quello sveglio, c'è quello forte. Il tutto peggiorato, ove possibile, da dialoghi imbarazzantemente didascalici. E persino il colpo di scena finale, certamente interessante, viene gettato via e non sfruttato a dovere. Insomma, come erano solite riportare le famigerate critiche buoniste di TV Sorrisi e Canzoni in questi casi: “Consigliato agli amanti del genere”.
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