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Les engagés

Regia di Emilie Frèche vedi scheda film

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La recensione su Les engagés

di OGM
7 stelle

Potente opera prima di una regista-scrittrice, su un tema di strettissima attualità.

Bari, BIFEST 2023 – Una scrittrice passata al cinema. Così si presenta Emilie Frèche, sul palcoscenico del Teatro Petruzzelli, parlando della sua opera prima. Per lei la fiction, parola pronunciata con l’accento sulla O, alla francese, svolge un ruolo fondamentale nella spiegazione della realtà. Una  finzione che non è “bugia”, ma narrazione, (ri)lettura in forma drammatica degli eventi dei nostri giorni. Affidata ad interpreti di spessore, che sappiano toccare il cuore del pubblico. E questo film fa davvero centro. Sarà perché i suoi protagonisti sono persone qualunque, finite per una banale casualità in una faccenda tanto spinosa quanto comune, qual è fenomeno dei flussi migratori dall’Africa all’Europa, le cui regole sono formalmente dettate dai trafficanti di uomini e dalle disposizioni nazionali sui respingimenti. David – nome magari emblematico – è uno di noi, con una professione come tante ed una vita privata nella media, ed è per lui che, all’improvviso, scatta l’engagement, nel duplice significato di impegno (consapevolmente assunto) e incastro (determinato dal destino). Doppio è il nodo che lo cattura e lo stringe, per non mollarlo più, fino a farne quasi un eroe, e, nei fatti, certamente un martire. I lacci della storia lo avvincono a prescindere dalla sua volontà, almeno quella governata dalla ragione: il sentimento di fraternité prevale sul resto, l’incontro fortuito con il giovanissimo Joko, quindicenne guineano, sovverte la scala delle priorità. In cima a tutto, si trova ora l’urgenza di soccorrere quel ragazzo che ha più volte varcato clandestinamente la frontiera, per essere sistematicamente rispedito indietro. Occorre salvare lui e sostenere il suo sogno di un futuro migliore. David si lascia rapidamente trascinare in un’impresa sempre più rischiosa: una battaglia nella quale gli avversari sono la legge, le forze dell’ordine, i militanti di estrema destra. Avere nemici così potenti o pericolosi è, per lui, un’assoluta novità. Contro di lui, c’è ormai anche il suo migliore amico e compagno di scalate, un poliziotto. Un singolo uomo, insieme a pochi altri, si sente d’un tratto obbligato a sfidare il mondo, accettando che questo, sulla sua persona, riversi il suo lato peggiore, quello che mette da parte l’umanità per tutelare altri interessi, falsamente eletti a principi.   Non v’è forse modo più efficace di rappresentare l’impossibilità di sfuggire ad un problema che ci riguarda tutti da vicino, che richiede la nostra partecipazione, perché è già stabilmente presente in mezzo a noi. Emilie Frèche lo sa bene, e dunque riempie la sua sceneggiatura – di cui è coautrice con Gaëlle Macé – di situazioni dure, circostanze al limite, a sottolineare la distanza solo millimetrica che separa ognuno di noi dal contatto con l’altrui tragedia e con la propria fragilità. Basta poco a scoprire che la nostra presunta sicurezza poggia su presupposti moralmente deboli, che non reggono di fronte all’evidenza di un terribile dolore individuale e sono atrocemente contraddittori come le norme che si accaniscono contro l’innocenza. Questo racconto è studiatamente scritto addosso a David, in una maniera appositamente persecutoria ed aggressiva: una cinica e perversa realtà, nascosta dietro l’apparenza della civiltà, continua a venirlo a cercare, per dargli fastidio, per rendergli la vita difficile, per indurlo a desistere. Come per ricordarci che, intorno a noi, non esiste pietà. E che spetta a noi istituirla.

 

Youssouf Gueye, Catherine Hiegel

Les engagés (2022): Youssouf Gueye, Catherine Hiegel

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