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Le bianche tracce della vita

Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film

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La recensione su Le bianche tracce della vita

di bradipo68
6 stelle

Come raccontare l'epopea della frontiera partendo dalla letteratura inglese.Il genere cinematografico western è americano per eccellenza:il west racchiude la loro storia,la loro mitologia,rappresenta le loro radici.E di storie di frontiera il cinema americano western ce ne ha raccontate tante.Stupisce ancor di più che a raccontare questa storia sia un regista inglese specializzato in suburbi minimalisti e con una spiccata predilezione per la letteratura inglese,in particolare per Thomas Hardy.Winterbottom partendo dallo scrittore succitato ,spostando l'ambientazione  in una Sierra che più Nevada non si può(anche se il film è stato girato nello Stato di Alberta in Canada e in Colorado) in realtà ci propone un melodramma raggelato e raggelante al tempo stesso,sia per la cornice in cui è inserito sia per la storia che racconta.La città di Kingdom Come è praticamente tutta di propietà di Dillon,ex cercatore d'oro arricchito con un passato misterioso che torna a presentargli il conto sotto forma di una donna tisica all'ultimo stadio e una figlia,venduti 20 anni prima per una miniera d'oro.La coscienza gli fa abbandonare la tenutaria del bordello da lui possieduto per sposare la donna malata: in cambio la figlia non saprà mai nulla di quello che è successo.Ma non andrà realmente così e il lavoro di un ingegnere per studiare il percorso della ferrovia sarà fondamentale per la vita nel paese.E lui stabilisce che la ferrovia deve passare molto più a valle.Kingodm Come non ha più nessuna ragione di esistere.Morta la moglie,Dillon brucia il paese,o meglio quello che ne era rimasto.Dimenticate l'epica del genere,il western di Winterbottom è lontano da quella dimensione eroica.Mai come in questo film il western è destrutturato pur parlando di pionieri,di corsa all'oro,di ferrovie di progresso.Al regista interessa più quello che succede nelle stanzettte oscure illuminate da luce fioca(e fotografate con grande classe a contrastare il candore abbacinante degli esterni),più che tutto il resto.Il melodramma gela il sangue nelle vene,è una stilettata con un pugnale di ghiaccio,è una morte silenziosa che fa dolcemente addormentare.Probabilmente Winterbottom pecca di misura,mette troppa carne al fuoco,ci sono alcuni personaggi poco convincenti(come quello dell'ingegnere recitato da Wes Bentley )o addirittura pleonastici(la tenutaria di bordello Milal Jovovich)e il film non riesce ad appassionare come dovrebbe.Emerge prepotente lo scozzese Mullan che ha tutto tranne che la faccia da uomo del vecchio West,emerge la sua coscienza in subbuglio,il suo travaglio.Ma soprattutto emergono i mezzi con cui il film è realizzato:imponenti,come la sequenza del trasferimento della casa nel bosco.Si rimane senza parole....

Su Michael Winterbottom

troppa carne al fuoco,dirige un film visivamente suggestivo ma che non appassiona come dovrebbe

Su Milla Jovovich

personaggio pleonastico

Su Peter Mullan

emerge in tutta la sua grandezza

Su Wes Bentley

palesemente a disagio

Su Sarah Polley

non male

Su Nastassja Kinski

a buon livello

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