La recensione su Abandoned

di undying

3 stelle

Prevedibile horror dal timido contenuto di genere, girato in forma anonima e reso straziante da una cinematografia congelata nello stesso ambiente. Abandoned offre una snervante reiterazione di scene poco elaborate, prive di ritmo, per raccontare una storia che non scorre, con terribile sottofondo delle grida di un infante piangente.

Sara (Emma Roberts), madre da poco tempo, si trasferisce a vivere in una fattoria assieme al marito Alex (John Gallagher Jr.). Sta chiaramente lottando con la depressione post-partum ma la nuova condizione sembra peggiorare la situazione, visto che Alex, data la sua intensa attività di veterinario, è spesso via per lavoro e la zona è del tutto isolata. Inoltre, in passato tra quelle mura è avvenuto un fatto di sangue: una ragazza di nome Anna, dopo avere ucciso figlio e padre, ha concluso il suo tragico atto con il suicidio. Sara inizia ad avvertire strani rumori e suoni dietro le pareti e riceve visite da un vicino inquietante (Michael Shannon), che sembra essere a conoscenza di alcuni particolari macabri che riguardano la storia della casa.

Abandoned: Emma Roberts, interpreta una madre a dir poco problematica

Una madre depressa, con figlio appena nato, si trasferisce a vivere in una casa - ovviamente, per macabra ragione, venduta sottocosto - nella quale un'altra madre (che somiglia alla protagonista come una gemella) in passato ha ucciso figlio e padre, per poi togliersi la vita. A prescindere dal fatto che non se ne può davvero più di film che ruotano attorno alla presenza della solita donna problematica con prole, qui si ripropone anche l'ormai immancabile tema del trasferimento. Fateci caso, quasi tutti gli horror (comunque circa una trentina all'anno) iniziano con qualcuno, in genere una famiglia o, appunto, una ragazza/madre, che va a vivere in una nuova casa, la quale ovviamente nasconde, tra le sue mura, un tragico evento passato. Anche il giovane attore Spencer Squire, debuttante dietro la macchina da presa, si trova ad elaborare una bruttissima sceneggiatura di questo tipo, scritta da Jessica Scott ed Erik Patterson. Se manca l'originalità nel testo, perlomeno la maggior parte dei registi tenta comunque di rendere interessante un film, girandolo bene. In questo caso invece si procede per accumulo di cliché, con due attori rinchiusi nello stesso ambiente, un bambino che piange ininterrottamente (tanto da diventare ossessionante) e un clima di attesa che non trova mai sfogo in soluzioni di genere. Come horror Abandoned è a dir poco deludente (compreso un rapido finale che ripete situazioni altrettanto note, già intraviste nel sopravvalutato La casa nera di Craven e in una lunga serie di modesti thriller che lo hanno copiato), mentre come dramma soffre di pause narrative senza fine e reiterazioni di identiche sequenze, anonime, appesantite da dialoghi ripetuti senza progressivo sviluppo. La nipote di Julia Roberts, Emma Roberts, appare sprecata nel ruolo, costretta a recitare sempre nello stesso abito (!), dovendo interpretare un personaggio patetico e triste, con il quale mai si entra in empatia, certamente poco interessante, anche se considerato in un contesto drammatico. Quello che più sorprende di opere come questa è il pesante sottofondo di correttezza politica, che fa rimpiangere allo spettatore il periodo del "codice Hays", sinonimo di libertà d'espressione se si paragonano i contenuti tra un film di quell'epoca e Abandoned. E non lo diciamo per una conclusione positiva che nemmeno in una produzione della Walt Disney si sarebbero azzardati a pensare, ma per sequenze di autocensura grottesche, tipo quelle dell'allattamento: non vedrete mai parte del seno di Sara, nemmeno durante questo genuino atto d'amore, affetto, ma pure biologica necessità, che lega indissolubilmente una madre al suo bambino. Meritatissimo, dunque, il flop commerciale e più che pertinenti le successive stroncature che arrivano, unanimamente e senza eccezioni, da parte di critica e pubblico.