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Il sol dell'avvenire

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Il sol dell'avvenire

di mck
9 stelle

Il Zol dell'A-Venire.

 

 

“Stràpp!”

Le premesse c’erano tutte, sin dai primi momenti dal set del film nel film – nel quale ad un certo punto accadrà che “L’acqua Rosa [Luxemburg, inventata per l’occasione; NdA] è in posizione!”, i titoli dell’Unità vengono redatti perché troppo lunghi e discorsivi (chissà, magari il Manifesto è nato anche proprio per quello!) e “Togliatti”, affranto e sconsolato, sullo sfondo, scuote la capoccia, e quasi pare che possa mettersi a ridere con gli occhi al circo Budavari se solo l’acrobata sbagliasse il salto – quando Baffone, a dire il vero già sin dal trailer, viene onomatopeicamente strappato via dallo stare accanto all’autore di “Che Fare?” e di “Stato e Rivoluzione” con un postumamente vendicativo fotoritocco epurativo al contrario: qui si rifà la Storia, e/o (non) si muore, ed ecco che allora, ebbene sì, tarantinescamente, viene messo in scena un “What if…?” da capogiro: “il Zol dell’A-Venire”.

 


“Ne voglio quattro, mamma.”

Del tutto dicotomico rispetto al precedente "Tre Piani", è un film senz’alcuna difesa, “il Sol dell’Avvenire”, e (pure/non per questo) inattaccabile, nel quale – tra la Grande Fuga di M49, aka Papillon, prima degli eventi che coinvolgeranno la sua corregionale trentin-altoatesina JJ4 e l’abruzzese Amarena, e un Gianni Morandi che continua a cacciarsi nei guai, complici i cinghiali – la trasformazione di Nanni Moretti (che nel ‘56 della Rivoluzione Ungherese aveva 3 anni) in Riccardo Rossi è completata, mentre intorno a lui gravitano, orchestrati da Michele D'Attanasio alla fotografia, Clelio Benevento al montaggio e Franco Piersanti (più Franco Battiato, Fabrizio De André, Luigi Tenco, Aretha Franklin, Joe Dassin) alle musiche, in orbite stabili e decise Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Zsolt Anger, Mathieu Amalric, Jerzy Stuhr, Teco Celio (lo psicanalista più improbabile dai tempi del…

 

 

…dottor Marvin Monroe), Arianna Pozzoli, Giuseppe Scoditti, Elena Lietti e Francesco Brandi, più l’alleniana comparsata di un Marshall McLuhan alla bisogna tripartito (Renzo Piano, Chiara Valerio e Corrado Augias, con la partecipazione fuori campo della segreteria telefonica di Martin Scorsese), la pedagogica lezione accorata sul "Dekalog, Piec (Krótki Film o Zabijaniu)" di Kieslowski & Piesiewicz e la parata finale con gli amici “del Cinema”, da Silvia Nono a Jasmine Trinca, passando per Giulia Lazzarini, Anna Bonaiuto, Lina Sastri, Alba Rohrwacher, Renato Carpentieri, Elio De Capitani, Dario Cantarelli, Gigio Morra, Fabio Traversa, eccetera eccetera, mentre risultano mancanti all’appello (dello spettatore) Morante e Mughini, la prima compensata dalla Lola/Cécile di Aimée/Demy e dalla Paola di Ciangottini/Fellini e il secondo dalla retata dei finanzieri.

 

 

“Andiamo a prenderci un gelato?”

* * * * ¼ - 8.5   

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