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Il sol dell'avvenire

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Il sol dell'avvenire

di Mulligan71
6 stelle

L'ultimo film di Nanni che ho apprezzato, anche per il momento storico, è stato "Il Caimano", 2006. Eravamo tutti più giovani, Nanni compreso, e l'idea politica di avere ancora una certa sinistra, era ancora viva, seppure agonizzante. Dopodiché la china del Cinema morettiano è calata inesorabilmente: una delusione dopo l'altra. Con grande scetticismo ho approcciato questo "Il Sol Dell'Avvenire" e, non so se per le basse aspettative o devozione, mi è parso il suo migliore da "Il Caimano", appunto. E proprio come in quel film, anche se con un discorso di fondo ben più ampio, ci troviamo davanti a un cinema meta-filmico, in cui un solito Moretti, preda delle sue manie e delle sue nevrosi, tenta di girare un film sui fatti d'Ungheria del 1956. Tutto questo diventa un pretesto per ampliare la riflessione sulla sinistra di oggi, sul Cinema di oggi e sui rapporti interpersonali, alla sua maniera, evidentemente. Un lavoro slegato, a tratti irritante, a tratti adorabile, che sorvolando sulla solita recita-non-recita di Moretti, ha i suoi momenti migliori quando viene in superficie una nebbiosa malinconia per un Cinema che non c'è più, per un Cinema che va a morire e parallelamente per un periodo storico che è invece morto da un pezzo. Un'ombra felliniana (il circo, ma non solo) passa come un inverno sopra tutti i personaggi, sopra lui stesso, sopra i suoi attori feticcio, e poco male l'imbarazzante finale iper ottimista ma soprattutto iper sarcastico (e distopico). "Il Sol Dell'Avvenire" ha tutti gli ingredienti che piacciono ai fan di Nanni (e io sono fra questi, seppure ormai nelle retrovie), con balletti su canzoni italiane molto note, che non si capisce mai perché ma ho come l'impressione che le ficchi dentro per compiacere. Siamo lontani dal migliori Nanni Moretti, è una buona minestra riscaldata ma nel nulla cinematografico di oggi, è meglio che mangiare pane secco. Sufficiente. 

 

 

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