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Il grande giorno

Regia di Massimo Venier vedi scheda film

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La recensione su Il grande giorno

di Furetto60
7 stelle

Divertente commedia agrodolce, del famoso trio comico. Bene Massimo Venier, regista ideale per Aldo, Giovanni e Giacomo .

In una lussuosa villa, sita sul lago di Como, fervono i preparativi per le nozze di Elio e Caterina, pronti a celebrare il giorno più bello della loro vita e anche quello dei loro genitori, Giovanni e Giacomo, amici d'infanzia e soci alla pari della stessa ditta “Sagrate Arredi "e sai dove ti siedi" loro motto aziendale; nonostante la lunga frequentazione  i due non potrebbero essere più diversi: Giovanni è creativo, fantasioso e spendaccione, mentre Giacomo è quello pratico, oculato, che "fa quadrare i conti".Le nozze tra i loro due rampolli, rappresentano una sorta di logico corollario ad un’amicizia e a una collaborazione, consolidata nel tempo.
Non hanno badato a spese, sono programmati tre giorni di festeggiamenti, hanno invitato un Cardinale per celebrare il rito, acquistato vini prestigiosi e ingaggiato chef stellati, l'organizzazione è stata affidata a un maître, chiamato "il Riccardo Muti del catering".
Alla festa, però, si presenta anche Margherita, ex moglie di Giovanni, in compagnia di Aldo, il nuovo partner della donna. Un uomo allegro ed espansivo,dal carattere pirotecnico, mina vagante con la sua schiettezza e la sua esuberanza. Per un’improvvida manovra dello sciagurato, cadono a mare i vini pregiati, esplodono anzitempo i fuochi d’artifici; poi nel corso di un’acchiappa-bandiera, il cardinale si frattura tibia e perone e viene portato via in eliambulanza, ma soprattutto Aldo, improvvidamente, svela una vecchia tresca tra Giacomo e Margherita. Insomma, tra gaffes e incidenti il “fidanzato “di Margherita, è una vera scheggia impazzita, che con candore, ne combina di tutti i colori, portando scompiglio e facendo venire a galla un malessere fino a quel momento latente, che compromette l'amicizia storica tra Giacomo e Giovanni e lo stesso matrimonio.

Massimo Venier torna dopo il  buon “Odio l’estate” a dirigere con brio, il trio di comici italiani più famoso degli ultimi anni, con temi legati all'età dei protagonisti, tra disincanto e disillusione. I personaggi fanno i conti con il tempo che passa, di conseguenza, anche la comicità  cambia registro ,diventa più matura, più  mesta ed è fisiologico  che succeda, perché anche i personaggi interpretati da  Baglio, Storti e Poretti devono in qualche modo “invecchiare”. Pur in assenza di gag originali, troppi film sul matrimonio hanno logorato un soggetto rivisitato infinite volte, tuttavia il film dimostra di avere una sua personalità; Massimo Venier, sembra il cineasta che più  entra in sintonia con i tre attori,anche in virtù di una buona sceneggiatura, consegnandoli alla loro dimensione artistica ideale, che alterna battute a riflessioni sulla vita, sul quotidiano, sulle relazioni interpersonali. Bravi la Attili, la Mascino e la Lietti. La voce fuori campo è di Brandi il prete, al quale sono lasciate le battute più grossolane, ma anche più divertenti,

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