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Cléo dalle 5 alle 7

Regia di Agnès Varda vedi scheda film

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La recensione su Cléo dalle 5 alle 7

di steno79
9 stelle

Opera seconda di Agnes Varda, "Cleo dalle 5 alle 7" è un film prezioso, intelligente e profondo che racchiude il meglio della lezione della Nouvelle Vague allora dominante, girato praticamente in contemporanea a "Lola" di Jacques Demy, marito della Varda, di cui sembra riproporre numerose costanti stilistiche. La scelta di girare un film in tempo reale e di rifiutare l'ellissi allora dominante non era certo scontata nel 1961, ma l'occhio registico di Agnes Varda è sensibilissimo ai valori della composizione figurativa soprattutto en plein air in una Parigi ben poco turistica che si accorda agli stati d'animo malinconici e angosciati della bella Cleo, divenendo un correlativo oggettivo su cui la macchina da presa si posa con una grande varietà di movimenti, benissimo coreografati dalla regista. Il ritmo narrativo è dosato con accortezza, con un susseguirsi di episodi sempre gustosi, fra cui vanno assolutamente citati la prova di canto con il compositore Michel Legrand, la visione del cortometraggio interpretato da Godard, Karina e Brialy e tutta la parte finale dell'incontro con il soldato in partenza per l'Algeria. Un film che affronta tematiche esistenziali tipicamente novecentesche in maniera tutt'altro che pesante, un riuscito scavo psicologico nell'animo di una donna che viene più di una volta definita viziata, ma in cui la paura di una malattia forse mortale fa scattare una nuova consapevolezza di vita, una prospettiva non più egoistica, ma aperta al mondo che la circonda e alla possibilità dell'amore. Nel complesso, forse il film non raggiunge l'impatto estetico/formale e l'innovazione linguistica di opere come "Fino all'ultimo respiro" o "Hiroshima mon amour" o "Jules e Jim", ma rimane Nouvelle Vague ugualmente ammirevole nella libertà di scrittura, nella decontrazione dello stile e dei dialoghi, nella giustezza di tante piccole invenzioni di regia e nell'ottima direzione degli attori, traendo buone performance soprattutto da Corinne Marchand che rende molto bene la frivolezza e l'instabilità del personaggio, ma anche da Antoine Bourseiller che con pochi tratti disegna un ritratto umano che non si dimentica facilmente. Classificatosi addirittura al quattordicesimo posto nella recente lista dei migliori film della Storia del Cinema del BFI, "Cleo dalle 5 alle 7" è un compendio squisito delle qualità di un certo cinema francese oggi colpevolmente rimosso o dimenticato ma che, sull'onda della recente rivalutazione del cinema diretto da registe donne, torna oggi più che mai alla ribalta. Visibile gratuitamente su Rai play in versione originale con sottotitoli.

voto 9/10

 

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