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Una boccata d'aria

Regia di Alessio Lauria vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una boccata d'aria

di axe
5 stelle

Salvo Macaluso gestisce a Milano la pizzeria "Il Gelso". Nonostante una buona gestione, complici anche le ingenti spese sostenute per la famiglia e la conservazione del proprio status-symbol di imprenditore, il locale è sull'orlo del fallimento. La "boccata d'aria" potrebbe giungere dalla vendita della magione di famiglia, in Sicilia, ereditata in seguito alla morte del padre, con il quale Salvo aveva troncato ogni rapporto. C'è un un unico ostacolo : la presenza del fratello Lillo, mai allontanatosi dalla casa avita e comproprietario della stessa. Salvo si reca in Sicilia con l'intenzione di regolare la questione, rimanendo così "intrappolato" in una lunga serie di questione familiari rimaste irrisolte. E' qui raggiunto dai furenti moglie e figli, costretti ad abbandonare Milano dopo l'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Nel fare i conti con il proprio passato, Salvo scopre uno stile di vita più semplice e sincero e ne ricava nuove prospettive. Il regista Alessio Lauria dirige Aldo Baglio, nel ruolo di Salvo, in una commedia che ha come centrali il temi del ritorno e della rinascita; inizialmente, non sappiamo molto del protagonista. E' un uomo che annaspa nel competitivo mondo imprenditoriale moderno; quello che non guadagna con l'attività, lo cerca presso gli usurai o tramite "reti" di favori, e quello che non spende per sè lo utilizza per finanziare le "apparenze" e per il mantenimento dei figli Emma, la quale studia in Olanda con scarsa voglia, ed Enzo, Dj e compositore di musica elettronica, che non ha stimoli per andar via di casa. La notizia della morte del padre lo coglie impreparato; da subito, notiamo una certa reticenza nel parlare della propria famiglia di origine; successivamente, scopriamo che non ne ha mai raccontato alcunchè a moglie e figli; ne' padre e fratello hanno saputo qualcosa di questi ultimi. Trovandosi tutti in Sicilia, è inevitabile che le due famiglie si confrontino e diventino una. Ognuno dei personaggi matura e migliora; il compito più difficile spetta a Salvo, il quale, sotto l'influsso benefico di tante persone che, a modo loro, gli vogliono bene, riesce a superare i propri limiti, dimenticare i rancori, riappacificarsi con un difficile passato (l'abbandono del fratello, un rapporto difficile con il genitore) ricucendo le ferite rimaste aperte. Scopre, contemporaneamente, che si può essere felici anche lontano dalle comodità e dalle occasioni offerte dalla grande città; la compagnia di pochi sinceri amici, il calore della famiglia, le bellezze della natura, una quotidianità di piccole cose. Regola le pendenze maturate in precedenza ed inizia una nuova vita nel paesino di origine. Un epilogo da "tutti felici e contenti" chiude un racconto poco realistico, sia nell'evoluzione della trama, sia nella rappresentazione del piccolo paese siciliano e delle sue campagne, apparentemente fermo ad una cinquantina di anni fa. Teresa (Lucia Ocone), moglie di Salvo,è donna molto, molto paziente. Inizialmente sfiduciata nei confronti del marito a causa della sua sequenza di silenzi e menzogne, non riesce a rimanere indifferente alla gradevole atmosfera che aleggia nel paesino siculo, e giunge a più miti consigli. Giovanni Calcagno interpreta Lillo, taciturno fratello di Salvo, una sorta di "gigante buono" legato alla propria terra e, nonostante tutto, alla famiglia. Lillo ottenne molte promesse da Salvo; nessuna fu poi mantenuta poichè il fratello fuggì di casa non interessandosi più di lui. La lenta riconciliazione tra i due parenti è parte integrante del "nuovo inizio" dell'imprenditore. Qualche momento drammatico ricorda la serietà delle tematiche legate al racconto (le difficoltà di un moderno uomo d'affaroi; dissidi familiari che si trascinano per decenni avvelenando la vita delle persone); i toni, benchè dimessi, sono tipici della commedia. Non ho apprezzato fino in fondo il film a causa dello scarso realismo (la Sicilia "da cartolina", ricca di stereotipoi positivi, è attraente ma, purtroppo, fantasiosa) e dell'eccessiva "zuccherosità" dell'epilogo; ma può essere piacevole, se si desidera una visione disimpegnata, congiuntamente ad una buona interpretazione, quale è quella fornita da Aldo Baglio.

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