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Una boccata d'aria

Regia di Alessio Lauria vedi scheda film

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La recensione su Una boccata d'aria

di Furetto60
5 stelle

Tra commedia e dramma. Un insolito Aldo Baglio. Così, così

Salvo, nato in terra Sicula, va in rotta di collisione con il severo  padre ed emigra giovanissimo in quel di Milano, per coronare il suo sogno di aprire una pizzeria. Dopo svariati anni lo ritroviamo, proprietario di un ristorante, con la moglie Teresa che sta alla cassa e il figlio Enzo che dà una mano in cucina. Ha rinnegato il suo passato, di cui non parla con nessuno. Tuttavia il locale negli ultimi tempi non va più bene, Salvo è strozzato dai debiti, ormai alle strette, sta per ricorrere ad un’usuraia. Proprio allora arriva la fatidica telefonata: il padre è venuto a mancare e un notaio invita Salvo a tornare nella nativa Sicilia, per partecipare al funerale e conoscere le volontà testamentarie. L’eredità consiste nel casale di famiglia coi terreni annessi, su cui il sindaco, un tipo “pragmatico” e poco interessato agli aspetti ecologico-sentimentali della faccenda, ha già messo gli occhi addosso e ha fatto un’offerta più che congrua. In Sicilia è rimasto il fratello Lillo che, accantonata la vocazione di pizzaiolo, lavora nei campi, uomo burbero, indurito dalle fatiche e poco incline a spiegarsi con Salvo, che biasima per averlo abbandonato al suo destino. C’è poi il padre, Tony Sperandeo, l’attore più in palla, che sotto forma di apparizione, gli fa visita di tanto in tanto, suggerendo surreali consigli. Nel frattempo veniamo a sapere che a Enzo non piace fare il pizzaiolo, ma il sound designer, peraltro anche la figlia Emma rientrata dall'Olanda, ha rinunciato al Master e ha lasciato il fidanzato, per giunta è incinta.La trama ricalca schemi abusati, con uno script scontato e privo di slanci; il rientro nella terra d’origine, con i relativi conti da saldare, è un classico visto tantissime volte. Il Salvo interpretato da Aldo Baglio è poco caratterizzato, il lieto fine pare una forzatura più che l’esito di una storia verosimile; difetta allo stesso Aldo, il coraggio “artistico” di mettersi in gioco con un ruolo diverso dai suoi standard. Così la valenza drammatica del burrascoso passato, passa in secondo piano ed il film, perde smalto, scadendo in svariate banalità. Il nostro protagonista si schiaccia in un atteggiamento macchiettistico, in gag vocali e gestuali, simili a quelle tante volte proposte nel trio. “Una boccata d’aria” funziona in certi flashback, nei dialoghi tra Salvo e lo spirito del padre e tutto sommato è un film scorrevole, un  racconto di formazione convenzionale, che però non  osa più di tanto, preferendo restare nella sua “comfort zone”.                                                                                                 

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