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Bullet in the Head

Regia di John Woo vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Bullet in the Head

di AndreaVenuti
10 stelle

Bullet in the Head è un film hongkonghese del 1990 scritto,diretto,montato e prodotto da John Woo.

 

Sinossi: Ben (Tony Leung Chiu-wai), Frank (Jacky Cheung) e Paul (Waise Lee) sono tre giovani scapestrati che tentano di sopravvivere tra lavoretti e scazzottate in quel di Hong Kong in un periodo storico non certo semplice: 1967, la nota colonia britannica si trova nel caos più totale, le rivolte tra i movimenti di sinistra e la polizia locale (con l'aiuto dell'esercito britannico) si fanno sempre più aspre e violente.I tre ragazzi per forza maggiore si trasferiranno in luogo ancora peggiore: il Vietnam....

locandina

Bullet in the Head (1990): locandina

«Un tellurico capolavoro che vibra di una sconvolgente commozione in ogni sua articolazione» così lo definisce il noto critico Giona A. Nazzaro nel suo volume monografico su John Woo (curato insieme ad Andrea Tagliacozzo) adesso proviamo a dare seguito a questa particolarissima frase che sintetizza in maniera elegante e raffinata un capolavoro cinematografico tanto bello quanto stratificato.

 

Bullet in the Head è fondamentalmente un film sull'amicizia, quella vera come dimotsra un'emblematica scelta di Ben, che novello sposo non eista ad abbandonare l'amata per salvaguardare la vita dell'irrequieto ma buono Frank; la tematica dell'amiciciza virile è un leitmotion sempre presente nel cinema di Woooe  per estensione del cinema di Hong Kong, sto parlando della cosiddetta "yichi" (amiciciza, fedeltà e lealtà assoluta sono termini che si avvicinano al sigificato di questa parola)

L'incipit del film conferma quanto scritto, tuttavia come detto in precedenza stiamo parlando di un'opera molto stratificata.

 

Bullet in the Head sotto la spoglia dell' action-movie, mostra un aspetto politico molto importante; Il celebre cineasta nella primissima parte del film, ci mostra una Hong Kong in tumulto dove le rivolte studentesche venivano represse con azioni violente della polziia; il regista fu profondamente toccato dal massacro di Piazza Tiananmen e voleva che i cinesi reagissero piuttosto che nascondersi.

Bullet in the Head è anche un atto di accusa al simbolo per eccelenza del capitale: il denaro, a tal proposito emblematica una frase di Paul rivolta agli amici: "in questo mondo contano solo i soldi, senza sei una merda".

John Woo inoltre attraverso una semplice battuta allude anche all'immediato futuro della sua Hong Kong che nel giro di sette anni sarebbe passata dal dominio britannico a quello cinese, "meglio andarcene, non abbiamo radici" così dice il giovane Frank. 

Bullet in the Head è pure un war-movie sontuoso che mostra l'atrocità della guerra dove non esistono nè buoni nè cattivi ma solo dolore e violenza a tal proposito cito due sequenze emblematiche:

 

-l'esecuzione di un giovanissimo guerrigliero da parte di un ufficilae del Sud, sotto gli occhi increduli e disgustati dei nostri "eroi", la sequenza è incredibilmente simbolica; dopo che l'ufficiale ha sparato a sangue freddo al giovane, emerge sullo sfondo dell'inqudratura, prima coperta dal giovane stesso, una statua che ricorda moltissimo la Pietà Vaticana.

-i nostri tre protagonisti sono stati rapiti dai Vietnamiti del Nord e segregati in un orribile campo di prigionia; tutti i prigionieri sono costretti ad uccidrsi a vicenda con una versione ancora più raccapricciante della "Roulette Russa" stile Micheal Cimino de  Il Cacciatore.

 

Bullet in the Head è anche un film tremendamente (nel senso buono) romantico, meravigliosa la sequenza che introduce l'enigmatico Luke (Killer dal cuore puro), intrepretato magistralmente da Simon Yam e ricorda moltissimo John Chow (Chow Yun-Fat) di The Killer (altro capoalvoro del maestro Woo); anche gli altri tre ragazzi fanno a gara di bravura per quanto riguarda la recitazione.

Impossibile non spendere due parole sulla regia, come sempre sontuosa dove ritroviamo tutti i marchi di fabbrica del regista: dissolvenze incrociate, rallenty, freeze-frame, carrelli e flashback; tutti questi espedienti formali, oltre ad essere virtuosi (anche in questo caso in senso buono) sono estremamente funzionali: servono a dare corpo alla visione del mondo di Woo, un mondo che ruota sul fulcro dell'amicizia e della lealtà.

 

Pietra miliare dal valore inestimabile

 

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