La recensione su John Wick 4

di Marco Poggi

6 stelle

"La grande Tavola" aumenta la taglia contro John Wick, che è sempre uccel di bosco ed è sempre un ammazzasette. Keanu Reeves è consapevole di girare un mega-videogame, ma sembra divertirsi.

"La grande Tavola" aumenta la taglia contro John Wick, che è sempre uccel di bosco ed è sempre un ammazzasette. Keanu Reeves è consapevole di girare un mega-videogame, ma sembra divertirsi davvero e ci sguazza, fra sparatorie, sangue e arti marziali, soprattutto quando deve vedersela con Donnie Yen nei panni di un killer cinese cieco (un cliché visto e stravisto, ma sembra che funzioni sempre). Il regista prova a cavarsela, ma non si rivela un nuovo John Woo, benché giri una super-sparatoria a Parigi. Il film diverte, ma la sceneggiatura è ridotta all'osso, inoltre dura troppo. Buone le altre location a Berlino e in Giappone. Scena dopo i titoli di coda, come se fose un cinefumetto (lo è, alla fin fine). Gli unici attori che gigioneggiano e sembrano capitati, per caso, sul set, sono Ian Mc Shane (che il cattivo marchese francese di Scarsgard, all'inizio, gli distrugge l'hotel e gli uccide il consierge, come farebbe Blofeld coi sottoposti della Spectre che falliscono, nei film di 007) e Lawrence Fishburne, che veste come uno straccione, ma riesce a rimediaere le armi automatiche più moderne, decantando anche Dante. Donnie "Ip Man" Yen è, comunque, bravo a fare l'amico/nemico killer di John Wick, come anche l'afro-americano con il cane. Il finale sembra chiudere i conti con l'anti-eroe di Keanu Reeves, ma non si sa mai. Di certo, il finale sarebbe perfetto, spero che la smettano qua con John Wick, perché meglio pochi film ma buoni, che tanti e incasionati. Certo, Keanu Reeves è libero di continuare, o finire la saga, però se si evita un clone dell'Ethan Hunt di Tom Cruise sarebbe meglio. So che sono in progretto dei fill-in, ma ci si chiede se sono davvero necessari.

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