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Don't Worry Darling

Regia di Olivia Wilde vedi scheda film

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La recensione su Don't Worry Darling

di zombi
8 stelle

quando la realtà supera l'immaginazione, l'uomo si aggrapperà sempre a colui che grazie ai propri studi, gli dice che il mondo così com'è non va. il pensiero libero come arma per accusare e tornare ad opprimere. P.A.U.R.A.

un film che fa parlare e che scatena discussioni e pensieri che si muovono, è un film che vale la pena vedere solo per questo.

OLIVIA WILDE

Olivia Wilde

A Vigilante (2018): Olivia Wilde

mascella squadrata e sguardo alieno alla THE THING, (volto e sguardo poco sfruttato dal cinema IU.ESS.EI. )si scatena in una critica all'acido muriatico verso una corrotta e marcescente visione che il maschio del genere umano, vorrebbe imperante nella società.

la brillante fotografia di matthew libatique con la quale il film è dipinto e annegato , ci incista in un quartiere residenziale pionieristico nel bel mezzo del deserto. 

tipico incubo paradisiaco alla black hole sun dei soundgarden, dove i mariti partono in sincrono con le loro belle e colorate autovetture e le mogli li salutano felici e contente, già col bicchiere colmo nella mano, per riaccoglierli la sera quando tornano, nelle case immacolate, tutte in tiro col whisky.

tutto quello che devono essere e fare è esserci e esserci belle e disponibile e sorridenti, e incinte e desiderose e incoraggianti e.....

questo spot in carne ed ossa, depliant vivente di un qualcosa fatto su misura dei nostri sogni, degenerati da una insoddisfazione che non troverà mai soluzione, rappresenta ai nostri occhi, un sintomo, un dubbio.

cosa c'è che non va in questo outlet american graffiti con le hit che conosciamo tutti, anche nei paeselli di provincia in pianura padana, sparati in diffusione , alla spasmodica ricerca di una felicità preconfezionata, mentre i sorrisi s'incrinano e veniamo a conoscenza del mentore della VICTORY, logo digitalizzato ovunque?

frank è il capo di tutti i mariti; il creatore di victory e il fautore di questa utopia creata nel bel mezzo del deserto, l'accerchiatore di questa nuova filosofia che vuole una società dove tutti siano felici dei loro ruoli, imposti per quello che si è.

chirs pine, avatar perfetto, è il padre padrone di una deep fake realtà che comincia ad incrinarsi, quando le donne, altra metà della mela soffocata in un mondo di erba perfettamente verde e rasata nel bel mezzo di un deserto arido, nonostante i cocktail inizia ad osservare ciò che l'alcol e il benessere dovrebbero offuscare.

un film sul pezzo, basato leggendo per caso wikipedia, sulle teorie di uno piscologo e saggista canadese fervente estimatore di una vita stettamente regolamentata per evitare il kaos di ideologie woke o teorie gender e femminismo.

un film che recupera certe atmosfere da isteria anni 50, dove tutto quello che minacciava il mondo dentro la staccionata bianca era considerato alieno, potenzialmente pericoloso e da eliminare.

un discreto film di genere, sul genere e con un fortissimo messaggio.

 

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