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La caccia

Regia di Marco Bocci vedi scheda film

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La recensione su La caccia

di barabbovich
6 stelle

Una voce fuori campo - che scandisce le parole de I quattro fratelli ingegnosi dei Grimm - contrappunta ironicamente la vicenda di quattro fratelli - tre uomini e una donna - tutti ugualmente imbrigliati in esistenze precarie. Silvia (Chiatti) è una ex tossicodipendente che - in cambio di denaro - aspetta che una prostituta porti a termine una gravidanza in sua vece e le dia un figlio. Luca (Nigro) vende macchine di lusso, vorrebbe aprire un autosalone ma è impegolato con i buffi che ha verso un cravattaro (lo stesso regista Marco Bocci). Giorgio (Pierobon) è un impiegato che - causa moglie e figlia parassite - vive ben oltre le proprie possibilità. Infine, c'è Mattia (Sermonti), artista fallito. I quattro - che da sempre hanno avuto un rapporto conflittuale col padre tiranno (del quale nascondono un terribile segreto) - alla morte del genitore decidono di spartirsi l'unica cosa che hanno ricevuto in eredità: un'enorme villa di campagna. E lo fanno scommettendo l'intero ammontare del valore della casa, che andrebbe a chi - durante una battuta di caccia - abbatterà l'animale più grosso.
Al suo secondo film come regista - dopo A Tor Bella Monaca non piove mai - Marco Bocci conferma una vena di scrittura nerissima con un film diretto assai bene, con un uso formidabile della musica in funzione straniante; un'opera a tinte fosche, nel quale non c'è il minimo segno di umanità in nessuno dei personaggi. Film dunque a teorema, dove però la sospensione dell'incredulità gioco un ruolo decisivo.

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