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Era ora

Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Era ora

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Dante e Alice si conoscono la sera di capodanno e dopo poco iniziano a vivere insieme. Lui lavora a ritmi forsennati presso un’assicurazione, mentre lei è una pittrice. Il giorno del suo quarantesimo compleanno Dante arriva tardi alla festa a sorpresa preparata da Alice, ma davanti alla domanda di un amico su cosa lo spinga a lavorare così tanto risponde che questo gli permetterà in futuro di avere più tempo a disposizione.

 

 

Sul muro dell’open space in cui lavora Dante è impresso probabilmente il più celebre fra gli aforismi contemporanei, capaci di segnare i nostri giorni con un tratto indelebile: La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti.”

 

La pellicola Come se non ci fosse un domani diretta dall’australiano Josh Lawson, viene traslocata da Alessandro Aronadio, alla sua quarta regia e ancora una volta con Edoardo Leo come protagonista, nella Roma d’oggi. Dante e Alice, Barbara Ronchi, sono una coppia che come tante nella routine quotidiana si devono muovere sia per scelta, sia a causa d’impegni che giudicano inderogabili. Lui preso da una carriera che ha abbondantemente invaso la sfera privata, al punto di non ricordare nulla della figlia. Lei più desiderosa di vicinanza e condivisione. Fin qua una storia comune a tante coppie più o meno solide che con il tempo si trovano vicine poi sempre più lontane, salvo poi riavvicinarsi. Ma rispetto alla pellicola dalla quale prende l’incipit, Aronadio aggiunge un intreccio evidente con Ricomincio da capo, con la differenza che Dante non rivive all’infinito la medesima giornata, come accadeva al reporter Phil Connors,ma ogni giornata vive un nuovo compleanno senza ricordarsi cosa sia accaduto nel corso degli ultimi dodici mesi.

 

Edoardo Leo incarna alla perfezione il contrappasso dato dall’aforisma di John Lennon, aggiungendo al ruolo di un uomo dei nostri giorni, le sue evidenti doti da attore avvezzo da anni a ruoli degni della commedia brillante, venendo spalleggiato sia da Barbara Ronchi, abile nell’incarnare i dubbi di una donna contemporanea sposata sia con un uomo sia con la sua professione, ma anche Massimo Wertmuller, nella parte del padre di Dante e nel quale quest’ultimo non si rivede, perchè convinto di sentirsi capace di evitare i medesimi errori. Un plauso anche per Mario Sgueglia amico della coppia, e di Dante in particolare, oltre che confidente di quest’ultimo, senza che ovviamente sia possibile che questi si ricordi qualche cosa di lui, esattamente come tutto quello che lo circonda. Un film veloce, piacevole, che non stanca grazie ai continui momenti d’impasse comica in cui il protagonista si trova suo malgrado, e una pellicola che soprattutto fa riflettere sui tempi nei quali ci tocca di navigare a vista, nella speranza di non essere vittime di una tempesta perfetta.

 

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