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Galline in fuga

Regia di Peter Lord, Nick Park vedi scheda film

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Jesse Custer

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La recensione su Galline in fuga

di Jesse Custer
6 stelle

c'era una volta... un re! diranno subito i miei piccoli lettori. no, ragazzi, avete sbagliato. c'era una volta una gallina. un semplice pennuto che anelava la libertà, solo intravista, oltre le recinzioni di un pollaio, simile più a un campo di concentramento che non ai cortili spogli delle fattorie.
il pennuto in questione è la gallina Gaia, che cerca in tutti i modi di fuggire verso pascoli verdi come la speranza. e si sforza di convincere anche le sue compagne dell'importanza del suo piano. ma, come in una trasposizione animalesca della caverna platonica, solo lei riesce a distinguere la realtà dall'apparenza. al cotrario, le altre galline non concepiscono mondi privi di padroni, nè comprendono il significato della parola libertà, concetto per loro oscuro e privo di significati concreti.
è la storia di Galline in fuga, film di animazione della DreamWorks, che si presta a differenti chiavi di lettura. potrebbe essere un semplice e divertente cartone, oppure un metodo eccellente per far comprendere ai bambini il concetto di campi di concentramento e di ingiusta prigionia. potrebbe essere l'eco di libertà lanciato tra atroci sofferenze dallo scozzese William Wallace, il riflesso di un desiderio tanto forte da trasformarsi in realtà per uno sfortunato e innocente Tim Robbins, il deja-vù di uomini reali, non scaturiti dalla penna di uno scrittore o miticizzati sullo schermo cinematografico, sacrificati solo per un ideale. Gaia troverà le sue Ali della Libertà nelle ali, vere, di Rocky, gallo volante e rivoluzionario.
ma, vi è ancora almeno un'altra chiave di lettura alla cui luce analizzare il film. ed è qui che interviene il pensiero platonico. nel mito della caverna, metafora del destino del filosofo, il pensatore greco immagina che solo una persona riesca a liberarsi delle catene che lo imprigionavano e a distinguere gli oggetti reali dalle loro ombre, cosa impossibile agli altri uomini. ma quando il fotunato individuo tenta di spiegare quanto scoperto e convincere, così, i suoi compagni, questi lo irridono, forse per paura della verità. perchè la verità sconvolge. l'intervento di qualcosa che spezza i nostri abituali schemi mentali è salutato dalla maggior parte di noi come una maledizione e non come un privilegio, una sfida.
e così è arduo scegliere di fuggire da una rassicurante schiavitù verso pascoli verdi ma pericolos. è più facile credere che non ci sia nulla oltre il piccolo universo che ci circonda. che questo sia il mglior mondo possibile.
pillola azzurra o pillola rossa? quanti di noi avrebbero compiuto la stessa scelta di Neo-Reeves? chi vuole effettivamente avventurarsi nella misteriosa e oscura tana del coniglio bianco? e tra tante galline spaurite è difficile mostrare la verità. Morpheus-Fishburne, in Matrix, ci riesce e così la nostra gallina-filosofo, anche se solo dopo numerosi sforzi e insuccessi. ma quello è il cinema e la realtà è qualcosa di molto diverso. anche una pentola in cui finire bollite.

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