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Criminali da strapazzo

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Criminali da strapazzo

di ga.s
6 stelle

Come da più parti annunciato, Woody Allen abbandona certe sottigliezze delle sue trame (su tutte i riferimenti alla psicanalisi) per una commedia più schietta e divertente, ma anche più squinternata nel costruire quell’equilibrio che solitamente, nei suoi film, mostra maggior sicurezza.

Criminali da strapazzo racconta di un imbranato furfantello che con la moglie e alcuni complici (spaesati quanto la "mente" che li riunisce) decide di rapinare una banca scavando un tunnel che parte da un vicino negozio preso in affitto e usato come copertura (diventa una rivendita di biscotti preparati dalla moglie): la sorte sarà però contraria, ma non del tutto ostile, poiché un errore (finiranno da ben altra parte), l’intervento di un poliziotto stufo del suo lavoro e l’incredibile successo ottenuto dai biscotti della moglie li trasformeranno in ricchi industriali, se non che alla fine il caso e la dabbenaggine (questa volta soprattutto della moglie) li costringeranno a ritornare quelli di prima, furfanti senza speranza.

Indubbiamente divertente, ricco di battute (specie nella prima parte) presenti in un numero maggiore di quanto avvenga in altri film – tant’è che pur mancando la vena surreale delle sue prime opere registiche, la mente va proprio verso quei film collocati tra Prendi i soldi e scappa (principale antenato di Criminali da strapazzo) e Amore e guerra – tuttavia è anche meno felice la costruzione narrativa del film, infatti, sebbene si esca soddisfatti dalla visione del film, non si può fare a meno di sentire un po’ di amaro in bocca proprio per quella mancanza di coerenza che slega il film in tre parti unite tra loro in un modo che sembra un tantino accozzato. Il film inizia come una sorta di Soliti ignoti, ma poi sacrifica questa idea forse non originale, ma ad alto contenuto di divertimento, per cambiare strada e smarrire con inaspettata disinvoltura alcuni dei personaggi (i complici) che fino a poco prima erano parte notevole dei momenti comici del film.

Il film ha ottimi caratteristi, tutti adeguati nei loro ruoli e quindi tanto più dispiace quando vengono relegati a personaggi di sfondo che in fretta svaniscono. Woody Allen più invecchia e più esprime simpatia coi ruoli che interpreta e la sua controparte femminile, Tracy Ullman (già al servizio di Allen in Pallottole su Broadway), è assolutamente grandiosa, tanto che in molti casi spettano proprio a lei le frasi spiritose più azzeccate (in questo senso gli scambi di battute migliori iniziano nella scena in cui lui dice una frase del tipo «Cosa penseresti se ti dicessi che tuo marito è un genio?», lei: «Direi che sono bigama») e il film ad un certo punto sembra più costruito sull’evoluzione del suo personaggio per poi, nell’ultima parte, ridare smalto al ladruncolo Allen.

Insomma un Allen divertentissimo, ma anche un po’ troppo squilibrato nell’indecisione se raccontare la storia di un gruppo di improbabili ladri o quella di altrettanto improvvisati e sfortunati industriali. Comunque una gustosa commedia da vedere in attesa di altro grande Woody Allen, sia in comicità che in sicurezza narrativa.

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