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Scordato

Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film

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La recensione su Scordato

di Furetto60
6 stelle

Piacevole film di Papaleo, riflessivo e intimista. Brava Giorgia al suo esordio come attrice.

Orlando, alias rocco Papaleo, è un mite accordatore di pianoforti, uomo tranquillo e abitudinario, a sessant'anni ogni mattina si alza sempre alla stessa ora,  fuma erba per dare sollievo alla sua schiena dolorante, ha sempre al suo fianco il suo alter ego, ossia il ragazzo che è stato, con il quale  scambia continui pareri, in un simpatico e costante battibecco. Da bambino cantava in chiesa, poi confida "sono uscito dal coro", scriveva poesie insieme a sua sorella Rosanna, ma poi "è uscito" anche dalla poesia, si è allontanato in modo definitivo da Rosanna, che negli anni di piombo, aveva estremizzato la sua dialettica politica, tracimando nella lotta armata e da poeta idealista, si era trasformata in terrorista, finendo poi nelle patrie galere. È fuori da tutto Orlando, da quando ha lasciato il suo paese d'origine, Lauria, per trasferirsi a Salerno, è indolente e apatico, ha perso lo slancio vitale, si lascia vivere. Un giorno però incontra Olga, alias Giorgia, al suo esordio cinematografico, una frizzante fisioterapista, che gli diagnostica una contrattura "emotiva" e gli chiede una sua foto da giovane, così da poter intraprendere un percorso terapeutico. Una richiesta strana, ma che lo costringerà a rimettersi in discussione e ad affrontare un viaggio verso il paese natio, per confrontarsi con i suoi demoni, che lo hanno reso un individuo atarassico e “scordato” come da titolo e per poter ritrovare il suo posto giusto nel mondo e riconciliarsi con sua sorella e con sé stesso. Siamo oggi ciò che siamo diventati, per tutto quello che siamo stati; dunque, un tenero percorso introspettivo, un ritorno alle origini, per recuperare il momento in cui l’esistenza è inciampata e provare a riparare il “corto-circuito” subito. L’idea più stravagante ed efficace è proprio nel dialogo surreale di Orlando con il suo io passato. Il film di Papaleo è sincero, intimista, con momenti ironici, dal tratto vagamente autobiografico, un tono liricocerto più amaro e disincantato dei suoi precedenti, ma anche più maturo, ben piantato nella sua Basilicata, che guarda con affetto ma anche con senso critico. Da sottolineare la bella prova di Giorgia, che oltre ad una voce sublime, possiede anche buone capacità attoriali.

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