La recensione su Aloners

di alan smithee

7 stelle

TORINO FILM FESTIVAL 39: CONCORSO TORINO 39

"Tanto nessuno noterebbe la tua assenza".

Jina è la migliore tra le addette al call center di una società che gestisce carte di credito.

Ha imparato le regole del mestiere e sa districarsi con astuzia e rapidità, uscendo da ogni situazione critica nel migliore dei modi.

Per questo, suo malgrado essendo la ragazza schiva e poco socievole dal lato pratico, la sua capa decide di affiancarle una impacciata neo assunta affinché costei la formi e la addestri ad affrontare le insidie del cliente in linea.

Nel confronto tra le due, se professionalmente Jina ne esce da leonessa, per quanto attiene la sfera privata, la ragazza finisce di rendersi conto che la sua asocialità la sta isolando da ogni rapporto, persino anche nei confronti del padre, unico patente rimastole, e nei confronti del quale la figlia riserva dubbi comportamentali e sospetti spiacevoli.

In Concorso al TFF 39, il sudcoreano Aloners di Hong Seoung-Eun è un film molto valido che riflette sulla incapacità di rapportarsi, sulla eventualità/necessità di instaurare contatti tattili ancora oggi in cui la digitalizzazione e la rete permettono di arrangiarsi in ogni aspetto pratico che un tempo richiedeva obbligatoriamente un contatto fisico.

Siamo dalle parti della già ben nota incomunicabilità tra esseri umani pensanti, tematica già affrontata da cinema e letteratura a partire da fine anni '60, e che nel film si esplicita in indifferenza e freddezza emotiva, le stesse sensazioni che rendono estranei tra loro persino due vicini di casa separati semplicemente da una esile parete divisoria.

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