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Il partigiano Johnny

Regia di Guido Chiesa vedi scheda film

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La recensione su Il partigiano Johnny

di Mr Rossi
8 stelle

Probabilmente il film più realistico sulla guerriglia partigiana italiana girato in tempi non troppo lontani, fuori da ogni retorica politica di qualsiasi parte estrema ma l' argomento era ormai fuori moda e lo videro in pochi. Tratto da un vecchio romanzo scritto da un ex partigiano di difficile lettura.

Film realizzato bene con le esatte ambientazioni delle Langhe piemontesi, mezzi militari d'epoca, comparse vestite in modo eterogeneo ma realistico, armate con le armi allora usate e addestrate, ecc... Ma la guerriglia partigiana in Italia non è famosa come lo sbarco angloamericano in Normandia e fu un fiasco. Un tentativo, oltretutto non unico, del cinema italiano di ritornare su di una importante tematica storica italiana del novecento appena trascorso, anche se era passata di moda da un pezzo come le guerre risorgimentali di metà ottocento. Ma il film rende bene l'idea del lungo romanzo incompiuto da cui è tratto, scritto dall' ex partigiano Beppe Fenoglio, per molti di difficile lettura.

 

La mancanza di volti noti o quasi, a parte Claudio Amendola nel ruolo del Comandante Nord dei partigiani azzurri, Giuseppe Cederna in quello del Commissario Politico Nemega dei partigiani rossi e qualche giovane attore di cinema e teatro più o meno agli esordi, come Fabrizio Gifuni, Andrea Prodan e il protagonista Stefano Dionisi, attori dal diverso percorso artistico, compensa con un maggiore realismo ma era ovvio che il pubblico italiano medio preferiva vedere altre storie interpretate dalle più note star americane del periodo.Tra le scarse presenze femminili si notano Barbara Lerici e Chiara Muti. Piccoli e brevi ruoli per alcuni attori di vario genere già affermati tempo fa e più anziani come Felice Andreasi, Toni Bertorelli e Umberto Orsini. Nei ruoli più brevi si notano i giovani e allora poco noti o sconosciuti Fabio De Luigi (un disertore delle Brigate Nere) e Flavio Insinna (una presunta spia fascista). Esemplare la scena dell' unico dialogo faccia a faccia tra nemici connazionali: Un ufficiale della GNR domanda ai partigiani dal fazzoletto azzurro: "Che ne sarà dell' Italia se vincete voi?" e un compagno di Johnny gli risponde: "Una cosa piccola ma seria" - "Se ci sarà ancora una Italia con voi" risponde il fascista - "Lei non se ne preoccupi" conclude il partigiano. Il regista si era rivolto a un pubblico di nicchia e si vede.

 

Film reso poco scorrevole da troppi tempi morti di attese intervallati da brevi scene d'azione (si trattava di guerriglia non di guerra, fatta di brevi scontri a fuoco spesso improvvisi, fughe disperate in cerca di un rifugio sicuro e lunghe attese) con una colonna sonora di sviolinate classicheggianti composta da un violinista romeno (Alexander Balanescu) a volte ripetitiva ma comunque efficace. Rappresentazione di un "eroe qualunque" idealista ma troppo individualista (pare voler quasi combattere da solo) ma sicuramente veritiera. Almeno non ci sono state le solite polemiche politiche magari solo per pubblicizzare il film, anche se nel film come nel romanzo, Johnny prende subito le distanze dai violenti e settari compagni di lotta comunisti, quasi a voler dimostrare che l'antifascismo e la resistenza non fu un fenomeno esclusivamente di sinistra. Vero anche quello ma allo spettatore importava poco, considerando gli incassi.

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