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Il giardino delle vergini suicide

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Il giardino delle vergini suicide

di Paul Hackett
6 stelle

Crudele e sarcastica fiaba sulla solitudine dell’essere adolescenti e la mostruosità dell’essere adulti. Un film bizzarro, inquietante e sostanzialmente irrisolto, girato da una figlia d’arte all’esordio ma con le idee già piuttosto chiare. Non tutto funziona a dovere e troppi personaggi sono appena abbozzati: in realtà quasi tutto il peso della storia poggia sulle spalle della bravissima Kirsten Dunst, dissoluta per solitudine e disperazione, il cui sorriso triste si riflette nella smorfia nevrotica di una invecchiatissima Kathleen Turner, madre bigotta e oppressiva, incapace di comprendere anche le più elementari esigenze delle figlie. In definitiva un film strano, poetico e struggente, a tratti ironico, a tratti parecchio deprimente, adatto ad animi sensibili, da maneggiare con cura per tutti gli altri. Pur essendo ambientato negli anni ’70, il film rinuncia totalmente alla musica dell’epoca in favore di una discreta e mai invasiva colonna sonora degli Air, che si fa ricordare soprattutto per la splendida “Playground Love”, probabilmente la più bella canzone mai scritta dalla band francese.

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