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Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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La recensione su Doctor Strange nel Multiverso della Follia

di EightAndHalf
4 stelle

Mi sono ritrovato in più occasioni, nelle 24 ore successive alla visione di Doctor Strange 2, a discutere del film con dei sostenitori appassionati di questa ultima fatica di Sam Raimi, convinti che lo sguardo del regista fosse ben presente e 'acceso' nelle scorribande comico-orrorifiche che il film sembra promettere nelle sue due ore. 

 

Io, dal canto mio, lamento nel film una carenza e una confusione nella gestione del ritmo davvero sproporzionate rispetto alle possibilità di qualsiasi coinvolgimento emotivo. Le situazioni da raccontare sono tante - come lo sono state in  molti altri Marvel - e i collanti che le tengono insieme sono inevitabilmente fragili, a fronte anche di probabili richieste di produzione.

 

 

In ogni film della Marvel non può mancare il segmentino dedicato allo scambio di battutine infatili fra i protagonisti, quello dedicato allo scambio più serio e romantico, lo spiegone che idealmente corrisponde alla tavola del fumetto in cui metà immagine è presa dall wall of text esplicativo, e poi l'action che tenta di giostrarsi fra mille effetti CGI. In Doctor Strange 2 queste cose ci sono pure. Ma solo in mezzo, timide, stanno anche 'cose' raimiane, che non tarderò ora a identificare.

 

 

Non esagerando negli spoiler - ma insomma, come si fa un'analisi anche semplice di un film senza spoiler?, indi per cui, non proseguire da qui in poi se si è schiavi di questo malefico prodotto dell'era dell'hype - le 'cose' raimiane stanno nel libro magico, in tre jump scares, in qualche zoomino, in qualche strampalata dissolvenza incrociata. Forse anche in un segmento in cui Elizabeth Olsen, impossessata dalla sua doppia in rosso, avanza dentro il laboratorio degli Illuminati piena di sangue come manco in un rape and revenge. Dopodiché, il ritmo feigiano che salta di qua e di là, con tagli bruschi e tempi cinematografici sacrificati, è lì presente ad azzoppare qualsiasi atmosfera. 

 

Perché a questi film manca l'atmosfera. Senza voler generalizzare (Gunn, Derrickson, Reed e pochi altri con simili materiali avevano trovato più successo), questi film sono esteticamente dominati da un accumulo narrativo regolato esclusivamente dall'alternanza coatta di campi/controcampi e di totali plasticosi sugli effetti da green screen, senza invenzioni alcune, direi addirittura senza nemmeno quelle concessioni al mito divistico che qualche enfasi recitativa in più concederebbe. Magari qualche secondo in aggiunta per perlustrare volti, espressioni e facce degli eroi di turno, oppure qualche mossa particolare, qualche dettaglio. Invece quel poco che c'è si ricicla, va subito in secondo piano, muore. 

 

In questi film manca il 'feticismo' del B movie che sa di star parlando di tutine, la voglia matta di vedere l'eroe in azione, il movimento, banalmente il movimento in una scenografia. 

 

Ed è qui che è un peccato che non si senta Raimi. Perché Doctor Strange 2 può deformare i corpi quanto vuole, fra spasmi possessioni e zombie, ma niente potrà competere con un singolo respiro di Tobey Maguire nei vecchi Spider-man, basta quello a far sentire il corpo, e a far vivere un corpo supereroistico - e quello che questo comporta - sulla propria pelle. Tendenze opposte a queste sarebbero l'eccesso grottesco di un Aquaman o l'approccio 'divino' di uno Zack Snyder - nella DC c'è tanto ma tanto più spazio concesso a degli sguardi singoli, nel bene o nel male - ma queste alternative non riguardano Raimi. Né però lo riguarda nemmeno certo questo accumulo di cenni e citazioncine che avrebbe potuto fare qualsiasi suo fan senza scomodare il maestro. 

 

E' un film senza corpo e senza vita, l'unico feticismo dell'era Marvel è lo spoiler e il pippone che può farsi qualcuno sui giochetti iconografici che comunque la cultura pop rifà, strapazza e rilegge da almeno 3 decenni al cinema. Mancano i feticismi dell'età dell'oro (che non è neanche così lontana), quelli dei B movie (di Raimi!) girati con budget vertiginosi (Spider-man), o anche gli sproloqui in computer grafica di artigiani come Zemeckis (The Witches), Spielberg (Tintin) o dello stesso Raimi (Oz). Manca un montaggio, una direzione, una voglia di raccontare che non sia il prodotto di una rete neurale. Anche a voler attenersi al feticismo narrativo - che esauriresti con la lettura di uno spoiler, quindi di cinema manco a pagarne - non è mai davvero portato allo stremo, non c'è confusione, non c'è incertezza, ogni cosa va al suo posto, non c'è pericolo. E queste cose non ci sono perché mancano idee di cinema.

 

Alla fine quello che mi interessa è il prodotto finito, alla larga discorsi di contesto e tentativi di rileggere i film sulla base delle logiche produttive. O si parla di cinema o si parla di bontà di un investimento. La Marvel segue altri progetti, va benissimo così (almeno per gli altri) ma non venitemi a dire che c'è del Raimi qui dentro. Le sue 'cose' in Doctor Strange 2 sono sciocchezzine che non torceranno il capello di nessuno, non scombineranno nulla e lasceranno la gente seduta in sala ad aspettare, per l'ennesima volta, cosa succede alla fine di quei cavolo di titoli di coda. 

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