Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Difficile trovare delle pecche ad un film così completo come "Metropolis". Film muto del 1927 con una certa carica di espressionismo che intreccia la questione politica e sociale di una società futura che è incentrata sul lavoro e sulla differenza tra padroni e proletari ad una certà visionarietà e ad un messaggio di speranza quasi cristiano. Metropolis è una grandissima città gestita da Joh Fredersen, e che viene mantenuta in vita dai suoi operai che fa vivere nel sottosuolo. Gli operai si ritrovano nelle catacombe e sono guidati da Maria, che predica pace a l'avvento di una figura che unirà gli stessi operai con il loro padrone, che unirà la mente e le braccia di Metropolis. Ma chi unisce mente e braccia del corpo? Il cuore, qui simboleggiato da Freder Fredersen, figlio di Joh, che si innamorerà di Maria e che ha voluto anche immedesimarsi nella condizione di addetto alle macchine. Gli operai però vengono ingannati dal loro stesso padrone e la loro rabbia sfocia in ribellione, una ribellione confusa che soddisfa purtroppo solo la loro pancia, la loro voglia di rivincita. E' significativa infatti la differenza con cui questi si recano sul posto di lavoro ma in due circostanze diverse:la prima è la routine quotidiana, l'andare a lavorare ogni mattina in una condizione svogliata e alienante, la seconda è la ribelione vera e propria che si vuole materializzare con la distruzione delle macchine che fino ad allora li avevano resi schiavi, una ribellione che ridà loro verve ed entusiasmo. Ma è un entusiasmo facile, una voglia di rivalsa che non guarda oltre il loro immediato presente visto che distruggendo tutto hanno messo in pericolo la vita dei loro figli, salvati invece proprio da Freder e Maria. Insomma, un film che tratta in maniera esaustiva ampi argomenti, dalla politica, all'amore, alla vicenda umana ed è soprendente quanto sia moderna la tecnica registica e la visione del mondo di Lang.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta