Regia di Alfredo Giannetti vedi scheda film
L'ennesimo lavoruccio scritto addosso a Lando Buzzanca, che in quegli anni spopolava con il personaggio del meridionale superdotato e ultravirile, capace di infinite conquiste in campo femminile e di prestazioni largamente oltre la soglia dell'incredibile. Qui il suo personaggio si destreggia fra tre donne senza quasi battere ciglio, nel segno della solita farsuccia dai mezzi modesti e dalle idee ben inferiori; tutta roba vecchia e sorpassata già all'epoca, sulla falsariga di sciocchi e maschilisti stereotipi popolari. D'altronde questo voleva il pubblico dei tempi e viene da chiedersi se sia poi tanto peggio dei futuri cinepanettoni. Buzzanca leader incontrastato della situazione, con al fianco due-tre nomi discreti (Paola Borboni, ahilei, invero meritevole di molto meglio; Erika Blanc e il caratterista Orazio Orlando) e un contorno di volti (e cosce) anonimi. Non male le debitamente grottesche musiche di Renato Serio; alla fotografia c'è niente meno che Erico Menczer, in quegli anni in caduta libera come il cinema nostrano. 2,5/10.
Il virile Gaetano si fa ospitare a casa di un amico avvocato per sedurne la figlia sedicenne; nel frattempo però viene 'reclamato' anche dalla sorella e dalla serva del padrone di casa.
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