Regia di Robert Connolly vedi scheda film
Dramma poliziesco australiano lento nella progressione ma pregevolissimo nella fattura. Offre due piani temporali distanti vent'anni, un outback riarso dalla siccità polverosamente fotogenico e un Eric Bana in stato di grazia. VOTO: 9
È un outback dannatamente arido quello che incontra l'agente federale australiano Aaron Falk, tornato in paese dopo vent'anni per prendere parte alle esequie del suo amico d'infanzia Luke, di sua moglie e di suo figlio. Un apparente caso di omicidio-suicidio. Una serie di flashbacks portano lo spettatore indietro di due decadi, e la narrazione prosegue così su due piani temporali distinti per l'intera durata del film. Un escamotage rischioso, ammettiamolo. Tante sono le pellicole che c'hanno sbattuto il grugno sull'abuso di flashback. Eppure in questo caso sceneggiatori (Harry Crips e Robert Connolly) e regista (lo stesso Connolly) sono stati abili non solo a non confondere le idee allo spettatore creando quindi disinteresse e noia, ma addiritura a incrementare il livello di pathos con due storie equalmente avvincenti. Eccellenti poi le atmosfere realisticamente 'polverose', e molto intensa la colonna sonora firmata Peter Raeburn, ivi incluso lo splendido pezzo “Under the Milky Way”. Da elogiare poi la prova di Eric Bana, attore che ho sempre adorato e che era andato un po' sfumatosi dai circoli principali dopo un decennio (2000-2009) di grandissimo successo. È peraltro in uscita, a breve, “Force of Nature: The Dry 2”, stesso regista e stesso interprete principale, sequel, o forse più esattamente spin-off di questo “Chi è senza peccato”.
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