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La Regina delle Nevi

Regia di Lev Atamanov vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La Regina delle Nevi

di zombi
6 stelle

un certo qual shock emotivo ricordare questo film leggendone sul numero 51 di filmtv. ma soprattutto rivedendolo a distanze siderali da quando ricordo da bambino lo programmavano ogni anno per natale. poi niente più, sparito dai palinsesti intasati di qualsiasi cosa, ma che non hanno uno spazietto di un'oretta per quest'opera fuori dai canoni, e fuor di tecniche ultratecnologiche. sul tubo ne ho trovate due versione di un'ora circa. una ridoppiata e con pezzi in lingua originale non sottotitolate e un'altra invece col suo maliconico doppiaggio originale. sono partito con la prima, ma ho presto recuperato la seconda perchè il nuovo doppiaggio era insopportabile e nei pezzi non doppiati non si capiva nulla. l'operazione recupero e l'operazione nostalghia, sono entrambe naufragate sotto un velo persistente di sottile delusione dovuta ad una certa noia(ero sul divano e mi stavo irrimediabilmente addormentando). i ricordi stavano solo con l'immagine riproposta da filmtv, ma guardando il film non emergeva nulla se non la figura forte della regina delle nevi. riguardo la durata, tabula rasa. filmtv mette addirittura 94 minuti.... boh?!...  la fiaba ci viene introdotta da uno gnometto che dice di essere l'elfo dei sogni tranquilli. è colui che in soldoni quando i bimbi vanno a letto ci soffia dietro le orecchie e ci fa addormentare e ai bimbi buoni offre i colori del suo ombrello chiari, mentre ai bimbi che hanno fatto arrabbiare fa vorticare l'ombrello nero tenebra, che significa che per quella notte i bimbi non sogneranno. ci introduce anche l'autore della fiaba, hans christian andersen, prima alla sua statua e poi direttamente a lui che esce dalla sua casa e s'incammina per la cittadina. la vita reale e la fantasia interagiscono e così partendo dalla vita di tutti i giorni del famoso scrittore, conosciamo i protagonisti della fiaba che ci accingiamo a vedere. è giusto credere che tutto questo possa essere vero, perchè anche grazie ad un'iconografia del disegno piuttosto realistica, questa fiaba natalizia penetri meglio nello spettatore un pò come le schegge di ghiaccio spedite dalla regina per punire l'affronto di un bambino. dal momento che kai viene punto dalle schegge nell'occhio e nel cuore, il bambino piano piano si trasformerà in un essere freddo come la regina, che è diventata così per colpa di una delusione d'amore. rapito nel corso di una mattinata di giochi nella piazza del paese, la donna promette al bambino l'assenza totale e perenne di sentimenti ed emozioni, che lo priveranno si della gioia, ma anche dei dispiaceri. un pò come il john may di uberto pasolini. gerda la bambina amica di giochi di kai non appena arriva la primavera s'incammina alla ricerca dell'amico. il mondo che accoglie questo girovagare è un mondo reale ma fatato. gerda con le sue suppliche di bimba innocente e pura(grazie anche al meraviglioso doppiaggio originale di maresa gallo)riesce a farsi trasportare dal fiume(previo pagamento) e a scampare diversi impedimenti che mirano a ritardare il suo cercare, ma anche a ricevere insperati aiuti da principi e fate, ma anche da briganti capitanati da una feroce ragazza. la stessa fata che abita in una casa dove è sempre estate, con un giardino perennemente fiorito dai cui fiori però si solleva un profumo narcotizzante per evitare che gerda se ne vada, serva solo per dar forza maggiore al cuore puro della bimba. gerda desidera solo che kai torni. non è interessata a volere il male di nessuno, forse nemmeno della regina. ed infatti giunta stremata al castello di ghiaccio della regina quando finalmente riesce ad incontrare kai, basta la sua vicinanza per fargli espellere il pezzo di ghiaccio refrigerante. la regina, il castello, le lande di gelida desolazione svaniscono senza lotta. la gemma della vita ha resistito alla morsa del freddo e del gelo. non so forse era troppo tempo che non lo vedevo. forse erano troppi i bei ricordi legati inesorabilmente ad un'età che mai più tornerà se non in immagini che svaniscono nel tempo e nella disillusione dell'età. forse il mio cuore si sta raffreddando...

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