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Post Mortem

Regia di Péter Bergendy vedi scheda film

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La recensione su Post Mortem

di giurista81
8 stelle

Sorpresona che è destinata a diventare un gioiello nella vetrina della non troppo conosciuta cinematografia est europea. Peter Bergendy porta a termine un film interamente magiaro con uno stile e una capacità tale da farlo sembrare americano. Il film è ambientato all'inizio degli anni venti nella campagna ungherese, con tanto di prologo sui campi di battaglia della prima guerra mondiale. Non si contano gli attori, probabilmente sorretti da cavi d'acciaio, che vengono proiettati in aria per l'effetto delle detonazioni prima e dei fantasmi poi nella parte finale del film. Post Mortem infatti è una ghost story che, per certi versi, ricorda il film Entity (1981) di Sidney Fury. Se però nella pellicola del regista americano tutto si svolgeva in una camera da letto, qua i fantasmi prendono possesso di un intero villaggio.

Bergendy costruisce un ritmo e una tensione progressive. La prima parte, resa claustrofobica da una cupa fotografia che non lascia traspirare la luce solare, è molto lenta. Gli stessi fantasmi, impossibilitati di prendere la via dell'aldilà, inizialmente si manifestano in modo quasi pacifico, mentre il protagonista (interpretato dal bravo Viktor Klem) fotografa i defunti del posto, risistemandoli, truccandoli e mettendoli in posa per immortarli al fianco dei familiari così che questi possano conservarne un ricordo. Qualcosa però inizia a suggerire la presenza del male. Delle strane ombre vengono immortalate sulla pellicola fotografica (un po' come ne Il Presagio di Richard Donner), inoltre dei rumori di passi in corsa prendono a martellare sui tetti. È l'inizio di una deriva che esploderà nell'apocalittico finale. L'epilogo del film è, considerando che siamo alle prese con un film ungherese, eccezionale e fa davvero impressione.

Pluri premiato in giro per l'Europa e trionfatore in Canada al Toronto After Dark Film Festival, dove ha vinto praticamente tutto (otto premi, tra cui “miglior horror” e “miglior regista”), Post Mortem costituisce per Bergendy un bel biglietto di andata per il magico mondo di Hollywood. Da vedere assolutamente.

 

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