Durante la Prima guerra mondiale, Tomas rimane ferito gravemente in seguito all’esplosione di una granata. Creduto morto, viene gettato in una fossa comune ma si risveglia in tempo per essere salvato. Qualche tempo dopo, in piena influenza spagnola, fotografa i morti con i parenti, un lavoro che gli permette di vivere più che bene. Dopo l'incontro con la piccola orfana Anna, accetta la proposta di fotografare i morti di un piccolo villaggio, la cui sepoltura deve attendere il disgelo primaverile. Tuttavia, la prima notte dopo il suo arrivo, Tomas scopre che qualcosa non va. Rumori sinistri, morti sospette e inquietanti figure che iniziano a comparire nelle sue foto lo spingono in un primo momento ad abbandonare il villaggio: dopo l'iniziale incertezza, deciderà di far luce sugli strani episodi, aiutato da Anna.
"Non avevo mai visto una cosa simile!" esclama sconvolto il protagonista. Verrebbe da rispondergli: "Noi purtroppo sì!". Ennesimo ridondante e prolisso film di fantasmi, dalla ingiustificata e sfiancante durata di quasi due ore. Di produzione ungherese ma poco o nulla cambia. Artificioso e avariato.
Due ore che sembrano tre, tutte ambientate in un allegro paesino ungherese. Nell'ultima mezz'ora c'è un bel po' di movimento, ma non riesce a far dimenticare il resto che è stato di una noia "mortale". Comunque, ottima fattura. Voto 6.
TRIESTE SCIENCE + FICTION FESTIVAL 2020 - menzione speciale
"In tempi così teribili, in cui ci sono più morti che vivi, la Terra sembra invasa da fantasmi…"
Durante il primo ventennio del '900, la fotografia "postmortem" costituiva una sfaccettatura molto utilizzata e anche lucrativa da parte dei fotografi disposti a dedicarcisi.
Con la fine del primo conflitto mondiale,… leggi tutto
Sorpresona che è destinata a diventare un gioiello nella vetrina della non troppo conosciuta cinematografia est europea. Peter Bergendy porta a termine un film interamente magiaro con uno stile e una capacità tale da farlo sembrare americano. Il film è ambientato all'inizio degli anni venti nella campagna ungherese, con tanto di prologo sui campi di battaglia della prima…
TRIESTE SCIENCE + FICTION FESTIVAL 2020 - menzione speciale
"In tempi così teribili, in cui ci sono più morti che vivi, la Terra sembra invasa da fantasmi…"
Durante il primo ventennio del '900, la fotografia "postmortem" costituiva una sfaccettatura molto utilizzata e anche lucrativa da parte dei fotografi disposti a dedicarcisi.
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Commenti (3) vedi tutti
"Non avevo mai visto una cosa simile!" esclama sconvolto il protagonista. Verrebbe da rispondergli: "Noi purtroppo sì!". Ennesimo ridondante e prolisso film di fantasmi, dalla ingiustificata e sfiancante durata di quasi due ore. Di produzione ungherese ma poco o nulla cambia. Artificioso e avariato.
commento di degoffroVoto 5 e mezzo
commento di eros7378Due ore che sembrano tre, tutte ambientate in un allegro paesino ungherese. Nell'ultima mezz'ora c'è un bel po' di movimento, ma non riesce a far dimenticare il resto che è stato di una noia "mortale". Comunque, ottima fattura. Voto 6.
commento di ezzo24