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Angel of H.E.A.T.

Regia di Myrl A. Schreibman vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Angel of H.E.A.T.

di Marco Poggi
4 stelle

Il furto di alcuni microchip, uno scienziato pazzo alla guida di un esercito androide e l'affascinante agente robot Angel Harmony incaricata di fermare tutto ciò sono gli ingredienti di questo bislacco mix fra commedia, spionaggio e fantascienza.

Il furto di alcuni microchip, uno scienziato pazzo alla guida di un esercito androide e l'affascinante agente robot Angel Harmony incaricata di fermare tutto ciò sono gli ingredienti di questo bislacco mix fra commedia, spionaggio e fantascienza. Marylin Chambers, nella parte di Angel, è sexy e notevole al punto giusto (non manca nemmeno la scena iconica di Angel che si toglie la muta da sub rivelando le proprie grazie - e che vi asdpettavate da Marylin Chambers, un'attrice legata, solitamente ai film pornografici, che all'interno della muta da sub nascondesse uno smokimg alla Sean Connery, o un taillerur con uno spacco vertiginoso? -) e divide la scena con Stephen Johnson (una spia occhialuta che ricorda, vagamente  l'Harry Palmer di Michael Caine) e l'altra agente donna, Mary Woronov (che viene circuita da una donna vicino al cattivo), ma la trama è confusa e i momenti veramente divertenti sono pochi (vedi il sensei cinese con nome tedesco che parla tedesco). Da brutto fumetto lo scienziato di Dan Jasse, addirittura con addosso un costume di carnevale e un mantello. Non è certo un film indimenticabile, ma poteva essere un potabile B-movie se si fosse sfruttato di più la fisicità della protagonista e se la sceneggiatura non fosse un colabrodo. La location montana non aiuta, anche se la scena centrale è ambienntata in un gommone dove la Chambers e Johnson vengono legati e abbandonati nel fiume, ad affrontare le cascate che può ucciderli. Eppure, vedere all'inizio Marylin Chambers che eseguiva delle mosse di karate ci illudeva che le scene d'azione non avrebbero deluso, invece sono poche e persino malfatte. E dire che io non vado matto per la trilogia di Austin Powers (anche a causa di un doppiaggio italiano brutto), eppure qui l'agente segreto di Mike Mayers mi mancava, perché se ci fosse stato Austin qualcosa di buono e divertente succedeva davvero.

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