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Li chiamarono... briganti

Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film

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La recensione su Li chiamarono... briganti

di FilmTv Rivista
4 stelle

"Accomodamenti". È un cardinale (Giorgio Albertazzi) a pronunciare, soppesando le pause e i pensieri, la parola-architrave della storia della politica, almeno nel nostro paese. I ceti vecchi e nuovi, il clero, i latifondisti, l’esercito vogliono solo accordarsi, trovare nuovi e mutevoli equilibri. Siamo nell’Italia del 1861. Gli schieramenti politici e militari, disgregato il Regno delle due Sicilie, si contendono il Mezzogiorno: terra di “cafoni”, abitata da un popolo “barbaro e violento”. Una terra da invadere e colonizzare. Pasquale Squitieri rilegge, con la sua consueta grinta, la nascita convulsa di una nazione, schierandosi dalla parte della cultura contadina e di quegli eroi mancati, Fra Diavolo, Angiolillo, Crocco e gli altri, più noti come briganti. 80 bande, 7000 uomini. Idealismo, utopie, ribellismo, delinquenza ed eversione rivoluzionaria coesistono e si confondono nell’avventura di queste pedine di un gioco nel quale sono le ignare comparse. Il regista ricostruisce, con un’energia arruffata, con dialoghi apodittici e pedagogici, con un doppiaggio sgradevole, molti primissimi piani e scene al rallentatore, le vicende di Crocco (Enrico Lo Verso) e della sua banda.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 24 del 1999

Autore: Enrico Magrelli

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