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Cerimonia segreta

Regia di Joseph Losey vedi scheda film

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La recensione su Cerimonia segreta

di Baliverna
7 stelle

Due donne iniziano una ben strana convivenza da madre e figlia, mentre ciascuna delle due deve essere giù morta, con tanto di tomba al cimitero. Un rompicapo per lo spettatore.

È accusato da molti di essere un passo falso di un grande regista. Io direi che, certo, non è tra i suoi capolavori, ma pure è una pellicola degna di un autore, anche se non al massimo della forma. Infatti, bisogna dire che Losey costruisce un'atmosfera sospesa e rarefatta, vicina a quella onirica, e contemporaneamente dirige con fermezza e precisione, sì da rendere interessante una trama misteriosa e piena di punti di domanda per quasi tutta la durata del film. Al regista riesce molto bene filmare i gesti delle due donne, visto che i dialoghi sono pochini e poco esplicativi. Credo che filmare in modo interessante gesti quotidiani compiuti in casa, benché a tratti strani, sia un risultato non da poco.

Al di là della spiegazione, ognuna delle due donne sembra stare al gioco e all'inganno perché trova nell'altra un surrogato per riempire un enorme vuoto che si porta dentro.

La ragazza sembra anche soffrire di una specie di fobia per l'amore e la sessualità, che le era stata inoculata dalla madre, e dello stesso eccesso opposto, cioè le molestie del patrigno. Ciò le ha ingenerato dei desideri sotterranei e scomposti di sesso. Quindi si ritrova come dilaniata da due forze opposte, entrambe disordinate.

E ancora: al di là della spiegazione, la vicenda sembra comunque refrattaria ad un inquadramento razionale, e molti elementi, soprattutto nel modo di comportarsi delle due, sembrano resistere ad una facile spiegazione aggiusta-tutto.

Le due zie zitelle (qualcuno ha detto lesbiche, ma secondo me non si può affermare) completano il quadro di una famiglia storta e torbida, che si è sempre dibattuta tra fobie, relazioni interrotte, eccessi, follia, e dove niente sembra essere sereno e pulito.

Le due attrici non deludono le attese. La Taylor sembra avere dentro la brace della malizia e della provocazione nascosta sotto la cenere delle buone maniere. Non si capisce perché, tuttavia, le abbiano apportato un trucco che le arrossa il viso in modo un po' innaturale. In un inquadratura o due, inoltre, Losey utilizza un filtro che sfuma un po' i dettagli, ma mi pare che non ci fossero rughe da nascondere sul volto dell'attrice.. Mia Farrow, dal canto suo, aveva già dato prova di saper interpretare donne tormentate, spaventate, e qui anche folli. E come nel film di Polanski, anche qui è incinta (sebbene finga) e si taglia i capelli durante il procedere del film.

Qualche momento di incertezza non affonda secondo me quest'opera enigmatica e atipica, che non mi ha deluso nonostante le molte recensioni negative da me lette in precedenza.

 

 

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