Regia di Kim Yong-Hoon vedi scheda film
L'opera prima del sudcoreano Kim Yong-hoon è una tragicommedia che intreccia sapientemente le linee narrative e temporali di più personaggi, con il minimo comune denominatore costituito da una grande quantità di soldi presente all'interno di una borsa griffata Louis Vuitton.
Questo basterebbe a riassumere in poche righe il concept alla base della pellicola, sceneggiata magistralmente e capace di detonare tutto il proprio ingegno narrativo soprattutto nella seconda metà della pellicola; la prima parte, difatti, pone le basi per comprendere appieno il microcosmo realizzato in questo lungometraggio.
I personaggi sono di varie estrazioni e con stili di vita ben diversi, ma ognuno di essi è motivato ad impossessarsi del prezioso bottino. Non mancano quindi anche situazioni assurde, paradossali e capaci di strappare amare risate in uno scenario altrimenti cupo, individualista ed opportunista. Vengono creati dei tipi ad hoc, delle maschere che contribuiscono a dipingere un quadro d'insieme capace di rispecchiare molte sfaccettature della società, senza per questo peccare con stereotipi eccessivi e, anzi, inserendo caratteristi peculiari come Catfish (in italiano Pescegatto).
I numerosi intrecci narrativi presenti, come scritto in apertura, sono rafforzati anche dall'intersecarsi di linee temporali diverse, permettendo così alla pellicola di esplorare anche il tempo oltre che lo spazio; inoltre, tale espediente permette di rafforzare anche l'importanza di determinati personaggi che, diversamente, sarebbero spariti di scena troppo presto.
Un buon titolo, con una seconda parte che spicca il volo e porta a compimento tutti i percorsi avviati nella prima frazione più didascalica e, a tratti, non del tutto convincente. Sicuramente un ottimo punto di partenza per Kim Yong-hoon, del quale sono certo risentiremo parlare!
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