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La terra dei figli

Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La terra dei figli

di axe
7 stelle

Medioevo prossimo venturo. Una imprecisata guerra ha sparso "veleni" nell'aria, determinando il crollo della civiltà occidentale. I pochi sopravvissuti hanno dovuto adattarsi ad un mondo privo degli agi della modernità. Ogni giorno combattono una battaglia per procurarsi cibo ed altri generi di prima necessità, guardandosi continuamente le spalle. Questa è la vita che conducono un padre ed un figlio in un qualche luogo della Laguna Veneta; la sera, il padre prende appunti all'interno di un quaderno, l'accesso al quale è precluso al figlio. Il genitore, improvvisamente, muore. Il ragazzo s'impossessa del quaderno, ma non ha modo di sapere cosa c'è scritto, poichè, essendo nato dopo la catastrofe, non sa leggere. Si mette, pertanto, alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo, ma il mondo oltre la porzione di laguna nel qule è cresciuto è molto più infido di quanto egli si aspetti. Dramma d'ambientazione fantascientifica, diretto da Claudio Cupellini ed ispirato ad un romanzo a fumetti di Gianni Pacinotti, in arte Gipi. Ne sono protagonisti un padre ed un figlio; del primo non è fatto il nome, il secondo non l'ha mai avuto. Il padre e tutti i suoi coetanei hanno conosciuto il mondo del passato. Sono, pertanto, in grado di valutare le differenze con il durissimo presente. Mentre altri hanno scelto di eliminare i figli, per riservare a loro le poche risorse rimaste disponibili, questo padre ha agito diversamente. Ha insegnato al figlio quanto necessario per procacciarsi il cibo, difendersi, saper curare i propri beni; l'ha altresì educato con estrema durezza, cercando di rendere il ragazzo quanto più insensibile possibile ai bisogni, alla sofferenza ed alla morte altrui, nella convinzione che solo ciò potesse consentirgli di sopravvivere nel nuovo mondo. Perchè l'abbia fatto, possiamo immaginarlo. La madre del ragazzo è morta di parto; al padre non è rimasto che quel bimbo a ricordargli la persona che non c'era più. Pertanto, pur indurito dagli eventi, ma ancora in grado di "rimanere umano" - a differenza di altri che praticano il cannibalismo o scelgono la sistematica sopraffazione dei più deboli - quest'uomo ha compiuto una scelta, che, a posteriori, è stata la migliore possibile. Poichè, pur essendo in grado di tener testa con determinazione agli orrori della "terra dei figli", il ragazzo ha comunque una scala di valori. Non ultimo, l'amore filiale. Dopo il mesto addio al padre, l'impegno del figlio è volto alla ricerca di qualcuno che sappia leggere il quaderno sul quale l'uomo ogni notte scriveva, tanto per poter penetrare in quel mondo, probabilmente di ricordi di una vita passata, che il padre teneva per sè, quanto per conservare un legame con il genitore. Il risultato compensa il giovane dello sforzo fatto, poichè le note del padre contengono buone parole per il ragazzo; il rimpianto per ciò che il figlo non avrebbe mai potuto avere; uno sfogo per il dolore che gli procurava doverlo educare tanto duramente. L'avventura del giovane è vissuta in un mondo di acquitrini, canneti, boscaglie. Qua e là compaiono resti del tempo che fu,tra i quali vivono i suoi reduci abbrutiti e deturpati dai "veleni", quasi tutti maldisposti verso i loro simili. Buona interpretazione per il giovane Leon De La Vallee, nel ruolo del ragazzo senza nome; il volto è lindo, ma l'aspetto costantemente accigliato e sofferente lo rende un personaggio credibile per il racconto. Paolo Pierobon impersona il padre; compaiono in ruoli di secondo piano Valerio Mastandrea e Valeria Golino. I toni della narrazione sono drammatici; la componente avventurosa passa in secondo piano. Colpisce l'estrema precarietà della vita nella "terra dei figli", sebbene l'epilogo possa lasciar intendere che ancora vi è una speranza, per i nuovi abitanti di quel mondo così ostile allo spirito di umanità. Una valida opera di fantascienza, ricostruisce quelle che potrebbero essere le condizioni di vita in un contesto post-apocalittico, senza concedere molto alla fantasia, focalizzandosi, in particolare, su un rapporto padre-figlio, in tale inospitale ambiente.

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