Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film
Purtroppo conosco poco questo autore, difficile pescare i suoi film e qui ci sono riuscito proprio con la sua opera prima premiata anche a Venezia nel 1961. Un film che rispetta una realtà di quegli anni, ma che diciamo è universale per i principi che riesce a toccare con una sensibilità silente, ma proprio per questo molto efficace. Il problema del banditismo in Sardegna, che durò molti anni, oggi forse allontanato, almeno dai quei livelli di guardia. Come dice il commento iniziale, i pastori in Sardegna vivono dei loro valori etici e con una legge che è quella loro, tale è la loro vita slegata al massimo da una realtà sociale che è distante e spesso in contrasto con i loro principi. De Seta tenta di mettere sul piatto la formazione possibile di un fuori legge nelle condizioni in cui viene a trovarsi, una possibilità che è poi una realtà di condizione di vita legata ad un mestiere, ad un lavoro che fa parte di una trascorso vissuto fin dall’infanzia in maniera attiva. Il regista riesce a raccontare questo senza enfasi, ma con un discorso quasi documentaristico che però non si accontenta solo di fotografare, ma entra nel dramma di una vita, che purtroppo verrà condizionata da una legge cieca e bieca, che interviene sempre per sanzionare e mai per educare o aiutare. Una storia che con la sua semplicità ci porta in un contesto difficile da concepire, ma che è legata ad una realtà specifica; un pastore vive la sua vita difficile nelle montagne di Orgosolo, accompagnato da suo fratello, che è un bambino, e che ha preso in pieno il mestiere, come a suo tempo ha fatto lui con il padre ancora vivente. I loro rapporti sono legati strettamente al compito che hanno, gli affetti non esistono, se non in parole stente e strappate in qualche occasione. La vita avrà una svolta perniciosa con l’avvicinarsi al pastore di un gruppo di banditi che hanno rubato dei maiali, e che incidentalmente lo fanno partecipe con l’arrivo della legge. Il pastore rimane coinvolto pure essendo estraneo, anche perché i banditi in uno scontro a fuoco uccidono un carabiniere. Da qui inizia l’odissea dei due fratelli che cercano di fuggire con il gregge, che finirà per soccombere, mettendo nell’estrema miseria i due, e la disperazione porterà ad una scelta lucida e senza speranza intraprendendo la strada del banditismo da parte del pastore, che non avrà possibilità di uscita, se non quella di darsi alla malavita adeguata al suo territorio. Quindi una scelta obbligata, se uno non vuole soccombere, distruggendo la famiglia e sé stesso, una vita che lo porterà a scegliere di vivere da bandito in tutto e per tutto. Un’analisi lucida, che viene descritta con un racconto essenziale, ma efficace e concreto, pochi gesti, pochissime parole che riescono a dare il senso di una vita che viene messa all’estremo e di conseguenza confinata ad un scelta proibita, ma l’unica praticabile, per mantenere la libertà a cui un individuo ha diritto essendo innocente. Lo Stato non riesce a proteggere e salvaguardare i diritti primari di un uomo, ma solo a sanzionare, senza mai indagare, su dei fatti apparanti, e quindi la legge è la nemica principale di una società che deve governarsi da sola, non trovando nello stato un appoggio con cui condividere i propri problemi. Un film che non vediamo mai, e che dovrebbe essere riproposto più volte, anche ad orari proibitivi, ma riproposto, ed invece la Tv fa un servizio che non assolve per niente a quelli che sono i valori educativi e critici della nostra società, sia passata che futura. Il film è interpretato da veri pastori, ma con un peccato veniale, sono doppiati in perfetto italiano.
una storia drammattica e storicamente valida
un esordio, dopo diversi documentari, che lascia a bocca aperta; Scrive, dirige e produce da solo, poi distribuisce Titanus
il regista da un pastore vero ha saputo prendere l'anima della storia
il fratellino, un'anima che non è più infantile che copisce al cuore, direrebbe Amelio
la ragzzina scura che si presta ad aiutare
un coro efficace e guidato nella direzione giusta senza incertezze
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