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Soul

Regia di Pete Docter, Kemp Powers vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Soul

di GIMON 82
8 stelle

Un viaggio "nell'anima" alla ricerca del "senso" ultimo del vivere, ma la vita ha davvero uno scopo? Oppure il senso e racchiuso nella semplicità del vivere? In "Soul" sembriamo trovare le risposte ai nostri affanni quotidiani, per un "cartoon" stravagante e profondo, che spinge alla riflessione...

Quello di "Soul" è un mondo che oscilla fluttuante tra la vita e la morte , tra "l'essere" e il "non essere", una sorta di autoterapia riflessiva, che porta noi spettatori ad immedesimarci col protagonista.

Un contenitore di vita, velleità artistiche con relative frustrazioni , passioni e gesti autentici del vivere, semplici e genuini. Vi è il mito Platonico di "Er" e le "Moire", gli archetipi junghiani, e le teorie del famoso psicoterapeuta americano James Hillman con la sua "Teoria della ghianda".Ognuno di noi nasce cone definizioni e talenti particolari che formano la nostra unicità, dal carattere alle nostre passioni,sino ai nostri demoni interiori,tutto ciò viene qui predefinito in un mondo astratto e parallelo, sublimato da una particolare burocrazia, con le stesse regole di quella terrena.

"Soul" racchiude in sè l'emblema finale dell' esistenza stessa, snodata in un eccentrico e quantomai strambo rapporto tra il protagonista e una piccola "anima" che deve ancora varcare la soglia dell'esistenza.

Vediamo Joe Gardner, un professore di musica afroamericano che s'arrabbatta come insegnante precario  per ragazzini di scuola media, il suo sogno è di poter suonare in una vera band di musicisti Jazz. Quando l'agognata ambizione sembra realizzarsi, il nostro Joe precipita in un tombino spedito nell'altro mondo qui denominato "anzimondo". Ma furbescamente egli sfugge al suo destino , diventando il mentore di "22", piccola animella caparbia e irruenta che non vuol rinunciare al suo ovattato mondo, nonostante i precetti di anime illustri come Madre Teresa, Gandhi, Lincoln e Copernico.

È sulla base di questo rapporto dai risvolti comico-emozionali che "Soul" poggia le sue basi, un autentico "tete a tete" tra vita e morte in cui il nostro protagonista si muove. Un alchimia perfetta tra il mondo fluorescente e ovattato di un aldilà che sembra disegnato da Picasso e il calore spumeggiante di una New York vitale e dalle atmosfere jazz.

Di certo "Soul" non tocca l' eccellente vetta di "Inside out", ma sa essere coinvolgente come pochi altri prodotti dell'ultimo periodo, nel consegnarci un esistenza grama e "banale" nel suo volersi disvelare al mondo coi suoi talenti, ma che potrebbe rappresentare ognuno di noi. Accecato da una passione per la musica che lo ossessiona e lo possiede, Joe Gardner sembra anestetizzato da un obiettivo di vita che gli ha fatto perdere tutto il resto. Servirà la simpatica i e infantile irruenza di "22" a fargli cambiare rotta.

locandina

Soul (2020): locandina

22 al contrario di Joe rappresenta l'incanto e lo stupore infantile verso la vita che noi adulti perdiamo una volta che ci confrontiamo col grigiore e la monotonia del quotidiano.

Pete Docter e Kemp Powers costruiscono così un impianto filmico che invita lo spettatore a guardare il film con gli occhi di un adulto , senza perdere l'incanto di un bambino.

Ovviamente le congetture del film sembrano destinate ad un pubblico di grandi, consegnandoci la parabola dell'uomo comune frustrato nelle velleità artistiche e ancora succube dell'anziana madre. Ognuno di noi ha qualcosa in comune con Joe, quindi è in una sorta di immedesimazione col protagonista che si giocano le carte del film.

Perchè "Soul" nonostante la grafica e la scenografia accattivante che ci abbaglia moltissimo, porta con sè un seme di riflessione, dialogando con quanti di noi abbiano custodito un sogno, ma che i compromessi della vita ci ha obbligato a chiudere nel cassetto

Ma il fine ultimo dell'esistenza non è in uno scopo coltivato da un particolare talento, ma nella genuinità dei gesti più semplici e nella gioia delle relazioni col prossimo restituitoci qui dalla "peperina" anima "22".

Vero e proprio "Deus ex machina" del film ,"22" è l'essenza della vita stessa, nell'incanto di godere del  mondo,vedendolo ogni giorno con occhi nuovi.

Aldilà delle discettazioni filosofiche "Soul" rimane un film sulla proverbialità dell' esistenza e dei valori intrinsechi che esistono sopratutto nel bello annidato nel grigiore del quotidiano.

Quel quotidiano di cui cerca di riappropriarsi disperatamente Joe, dimenticando che la propria ambizione è un infinitesima parte del bello che può offrirci la vita.

Il finale ci consegna calore, colore ed emozione di cui non bisogna svelare nulla, "Hic et nunc" direbbero i romani, "Qui e ora" sembra dirci Joe Gardner.

 

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