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Notizie dal mondo

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Notizie dal mondo

di YellowBastard
6 stelle

In Italia disponibile su Netflix a partire dal 10 Febbraio dopo il debutto in America per la Universal Pictures in un ristretto numero di sale convenzionate il 25 Dicembre scorso (e in VOD a partire dal 5 gennaio), Notizie dal Mondo segna il ritorno dell’accoppiata Paul Greengrass & Tom Hanks, il regista britannico della saga di Bourne e la superstar americana si ritrovano infatti a collaborare sette anni dopo Captain Phillips - Attacco in mare aperto e le sei nomination all’Oscar (inclusa quella di Miglior Film) per lavorare all’adattamento del romanzo di Paulette Jiles News of the World, candidato nel 2016 al National Book Award.

 

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Ma Notizie dal mondo è anche la prima incursione sia per il regista inglese che per Tom Hanks nel genere americano per antonomasia, il western (e per il prolifico attore, emule di James Stewart e sinonimo al cinema dei più alti valori americano è alquanto singolare che, nella sua lunghissima carriera, sia soltanto adesso che si misuri con questo genere cinematografico) e, come da tradizione dei western di stampo hollywoodiano, quando l’America ha bisogno di interrogarsi su se stessa, essendo una nazione ancora relativamente giovane, è sempre lì che torna, alle radici del suo mito, alla frontiera, al Far West, e anche questa pellicola non è da meno.

Ma non si tratta di un western duro e puro (anzi) ma più semplicemente di un racconto di formazione ambientato però nel Texas del 1870, quindi inseriti per necessità nell’estetica e in uno sviluppo grammaticale di genere tra vaste praterie e citazionismo che non è altro che un elegiaco omaggio all’epopea del cinema western americano attraverso tematiche universali e stilemi che il regista e il co-sceneggiatore Luke Davies (autore di Lion - La strada verso casa, Beautiful Boy e Catch 22 in TV) hanno ricostruito sulla basa di un immaginario cinematografico classico.

 

Non ci troviamo più di fronte però al regista della saga di Jason Bourne.

Per questa sua nuova epopea western sembra come allontanarsi dalla sua solita regia nervosa e dinamica e dal montaggio efferato e ipercinetico, maestro della tensione narrativa e adrenalinica che invece tira un pò il fiato per guardarsi attorno (ottima la fotografia di Dariusz Kondji) e posare invece il suo sguardo sull’umanità dei suoi personaggi.

 

Poul Greengrass si interroga sul passato (americano) soprattutto per decodificarne il presente in una allegoria anche fin troppo evidente, dimostrando un interesse particolare per le dinamiche che portano ai conflitti e alle tensioni nella società e il tutto attraverso la figura di un protagonista che viaggia di città in città per leggere le notizie dei giornali a chi non è in grado di leggere, muovendosi in un paese ancora sconvolto (e diviso) dalla guerra civile, finita appena quattro anni prima, e in cui dilaga la povertà e l’ignoranza in una popolazione ancora profondamente razzista ma che si traduce in un percorso di redenzione per i suoi due protagonisti che non è soltanto fisico, tra pericoli di male intenzionati, condizioni morfologiche e atmosferiche avverse e tra tensioni sociali e razziale di un popolo ancora profondamente ferita dalla guerra ma anche e/o soprattutto esistenziale, non solo di se stessi ma anche, metaforicamente, di una intera nazione.

 

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Non poteva quindi esserci attore migliore di Tom Hanks, volto profondamente americano e di eccellenza nel rappresentare i valori positivi che si vorrebbe che gli Stati Uniti sempre rappresentassero, per intraprendere questo viaggio.

Un uomo gentile, paziente e coraggioso, ancora sconvolto dagli orrori della guerra, il cui sguardo sul mondo ritrova la speranza (per se e per gli altri) incontrando quelli malinconici di Johanna/Cicada (la bravissima dodicenne tedesca Helena Zengel, per questo ruolo candidata al Golden Globe), la bambina Kiowa alla disperata ricerca di una casa, e capisce di doversi assumere la responsabilità non solo della bambina ma anche della sua vita, in una metafora tra la bambina (che rappresenta il paese alla deriva) e, nonostante le ferite del passato, il compito di farle comunque da padre (e quindi di guida per il paese e per le future generazioni).    

 

In questo clima di incertezza Greengrass si interroga anche sul ruolo fondamentale della notizia, dell’importanza del giornalismo e delle informazioni dei media, aspetto per lui particolarmente importante in quanto ha iniziato proprio come giornalista, e sulla minaccia della sfruttamento dell’informazione per scopi personali, come anche della mancanza di circolazione delle notizie in quanto minaccia alla democrazia come e anche più della sua manipolazione (leggi feke news).

 

Notizie dal mondo probabilmente poteva osare qualcosa di più, nell’essere un road movie che esplora, nel suo girovagare, un’America spezzata nella sua identità, in cui convivono le difficoltà psicologiche e la solitudine di due vite rubate, un vedovo e un’orfana, poli opposti di un mondo, violento e anaffettivo, che per sopravvivere devono imparare a convivere ma che fatica a scrollarsi di dosso una certa patina di sentimentalismo retrò, a uso e consumo delle demagogia di oggi per un adattamento rispettoso del romanzo originale ma con la consapevolezza di aver assistito non alla “Storia” (anche cinematografica) ma soltanto a una sua piccola versione tra le tante.

 

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VOTO: 6,5

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