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La conquistatrice

Regia di Michael Gordon vedi scheda film

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La recensione su La conquistatrice

di teaestefano
8 stelle

Sorprendente film su una tematica oggi più attuale che mai: l'ambizione, la smania di arrivare in alto, a tutti i costi, sacrificando oltre alla lealtà anche ciò che vi è di più prezioso nella vita, cioè l'amore. La bravissima protagonista interpreta una donna tormentata dal desiderio di fare una fulminante carriera nel mondo dell'abbigliamento, la quale per questo non esita a servirsi di ogni mezzo, compresi l'inganno, l'adulazione, la rinuncia a tutto il resto. E' però divisa dentro di sé - grazie a Dio - perché la coscienza le urla i suoi rimproveri ogni volta che gioca un brutto tiro a qualcuno o calpesta il suo stesso cuore. L'attrice sa rendere molto bene questo costante conflitto interiore, poiché, se anche fa l'arrivista senza scrupoli, un cuore ce l'ha ancora. I personaggi di contorno fanno il resto per lo sviluppo del tema dell'ambizione, che spinge molti a fare il passo più lungo della gamba, per poi perdere anche quello che hanno. Molto ben definiti sono specie alcuni di questi: il socio innamorato di lei (e lei di lui, nonostante faccia il possibile per negarlo a se stessa), personaggio positivo, ma con le sue ombre e debolezze; poi c'è il riccone senza scrupoli (o quasi), che se non è positivo non è neppure carogna come sarebbe stato facile e prevedibile rappresentarlo, ma ha anche lui un fondo di onestà e di verità (capisce bene la situazione e la esorta a scegliere secondo quello che ha dentro). So che Polonsky (qui sceneggiatore) finì sulla lista nera di Hollywood, ma qui, a rigore, non c'è neppure l'ombra di comunismo, ma solo una profonda e onesta analisi di una male sociale di allora e ancor più di oggi, fatta con profondità e umanità. A guardar bene, è lo stesso tema di "Anima e corpo", solo trasportato in un altro ambiente. Peccato che più tardi - questa volta sì - Polonsky si sarebbe sbandato a sinistra e dedicato (anche come regista) a decantare il comunismo (Romanzo di un ladro di cavalli), divenendomi antipatico. Emmepi8 vede nel film un discorso sull'emancipazione della donna, elemento che secondo me non è presente neppure di striscio, e che neppure era stato pensato da regista e sceneggiatore. Tornando al film, ha un intenso e commovente finale.

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