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The Vigil

Regia di Keith Thomas (II) vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Vigil

di alan smithee
7 stelle

NETFLIX
 
Un giovane ebreo di nome Yakov, che da tempo si è allontanato dalla comunità ortodossa a causa di una tragedia familiare di cui si sente completamente responsabile, accetta l'incarico ricevuto da un conoscente, di fare da "shomer", ovvero da traghettatore dell'anima di un anziano deceduto quel giorno stesso.
Tale compito in genere è affidato ad un familiare, o, in mancanza di esso, ad un volontario o anche ad un incaricato, regolarmente retribuito, che agisce seguendo la propria fede, ma come fosse un preciso incarico professionale.
Recatosi in casa della vittima, ha modo di conoscere l'anziana moglie, afflitta da problemi di demenza senile, ma comunque apparentemente gioviale.

La veglia della salma, tuttavia, fa riaffiorare nel ragazzo, l'epicentro di foschi pensieri che lo riconducono all'episodio in cui morì il fratellino, e della cui disgrazia egli si ritiene il principale responsabile.
Inoltre il ragazzo non sa che il morto, altri non è che un anziano rabbino che ha studiato e combattuto il male e le presenze demoniache, attirando attorno a sé forze del male che ora tornano a rivendicare la sua anima, mettendo a repentaglio il già travagliato equilibrio del povero Yakov, costretto a vivere una notte da incubo.
Opera d'esordio in regia di Keith Thomas, sceneggiatore statunitense di origine ebraica, dunque piuttosto "informato sui fatti" narrati dal film, The vigil si presenta come un horror dalle accurate ambientazioni e suggestioni, dalla ottima fotografia cupa e notturna che già da sola appare in grado di creare una certa tensione; tutte qualità e circostanze utili a soppiantare un esasperato ricorso ad effetti speciali, talvolta troppo ricorrente nel genere horror, e che qui al contrario sopraggiungono nei soli momenti opportuni, senza eccessiva, ridondante ostentazione.

La circostanza, coadiuvata dalla presenza di due ottimi interpreti, Dave Davis, devastato e turbato protagonista della sconvolgente notte, e l'anziana Lynn Coen, già vista in Lingua franca e After class, consente al film di rendersi particolarmente riuscito e in grado non solo di attrarre lo spettatore lungo tutto il suo percorso, ma persino di turbarlo e spaventarlo, circostanza non poi così scontata oggigiorno quando gli horror appaiono spesso improvvisati e devastati da utilizzi impropri di effetti ed humor a sproposito.
La vicenda al contrario si mantiene tesa, incalzante, e consente a The vigil di risultare come una delle sorprese di genere più riuscite degli ultimi mesi.
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