La recensione su White on White

di alan smithee

8 stelle

VENEZIA 76 - ORIZZONTI Ad inizi '900, uno stimato fotografo viene contattato a nome di un potente latifondista nel mezzo della ancora selvaggia Terra del Fuoco, per recarvisi ad immortalare i momenti salienti del suo imminente matrimonio. Giunto in loco, tra paesaggi innevati e condizioni climatiche proibitive che tuttavia si ripercuotono favorevolmente sulla bellezza ancora incontaminata del paesaggio, l'uomo scoprira' innanzitutto che la sposa è poco più che una bambina di splendide fattezze, e che di Porter, il latifondista, non c'è traccia se non le missive che egli misteriosamente gli invia, postergando continualmente il suo arrivo in loco a causa di affari urgenti procrastinatisi oltre il previsto.

Dopo aver immortalato la bellezza incantevole della sposa, i cui tratti perfetti divengono una ossessione per il fotografo, professionista preciso, meticoloso e perfezionista, l'uomo comincia a manifestare insofferenza a restare bloccato in quei luoghi di confine senza civiltà, e, indispettendo i collaboratori di Porter, viene coinvolto da loro, in attesa dell'arrivo del padrone, nella sanguinosa opera di colonizzazione di costoro ai danni della mite popolazione indigena.

Tra testimonianze di orrori perpetrati in nome di un colonialismo esasperato e criminale, il testimone oculare, completamente avvinto nella sua folle missione documentatrice utile, secondo il suo folle pensiero, ad ufficializzare la barbara opera di egemonizzazione, avrà modo di perdersi nei misteri più esoterici e metafisici di quella oscura e misteriosa cultura dei nativi, che interverrà orgogliosa a difesa strenua di un intero popolo soggiogato e poi sterminato. Una vera sorpresa, si rivela il secondo film lungometraggio del cineasta spagnolo di genitori cileni, Théo Court.

Potente, misterioso, il film procede nella sua narrazione rarefatta e per rimandi, fino ad un finale ancor più enigmatico e spiazzante, ove la ricerca estrema della inquadratura perfetta e con la luce ideale, si conclude in un esplosione di bianco, che ha forse il potere di cancellare le vergogne appena tentate di immortalare. Splendido Alfredo Castro, protagonista assoluto di un viaggio verso una perdizione che si conclude con un annullamento esistenziale.

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