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I complessi

Regia di Dino Risi, Luigi Filippo D'Amico, Franco Rossi vedi scheda film

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La recensione su I complessi

di LorCio
7 stelle

Film in tre episodi, tipico per l'epoca. Tre episodi sui complessi: nel primo un timido impiegatino non riesce a dichiararsi alla donna che ama; nel secondo un onorevole benpensante deve nascondere un film compromettente che la moglie ha girato prima del matrimonio; e nel terzo un fenomenale aspirante telegiornalista non riesce ad essere assunto dalla RAI a causa del suo sgradevole aspetto fisico.

 

Tre matattori della commedia all'italiana. Se i primi due episodi con Manfredi e Tognazzi sono buoni ma non esaltanti, l'ultimo con Sordi è veramente memorabile. L'episodio in questione è il famosissimo Guglielmo il dentone, una diabolica satira sull'ipocrisia e la pedanteria del servizio pubblico televisivo, che predilige solo gente di bell'aspetto, esilarante e ottimo. Senza allungare il brodo di una storiella che in poco più di mezz'ora dosa il ritmo con sapienza, è l'apoteosi dell'italian style del boom: codardia, burocrazia, rampatismo, ruffianeria, cialtroneria.

 

Con un cast niente male (Romolo Valli come prete cattolico democratico, Nanni Loy, Edy Campagnoli, Lelio Luttazzi, Armando Trovajoli, il professor Cutolo nel ruolo di se stessi, e le gemelle Kessler che cantano in ascensore, per dire) che circonda un memorabile Alberto Sordi che si muove sulla marcetta perfida di Trovajoli: mostro cinico e valente, ambizioso ed empatico, gioca col e sul suo difetto per raggiungere il proprio scopo (un incarico che di base merita: capite l'arguzia?).

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