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Odio l'estate

Regia di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Massimo Venier vedi scheda film

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La recensione su Odio l'estate

di gaiart
7 stelle

A strapiombo su un mare blu cobalto, sorseggiando champagne, mangiando gamberi e frutti di mare, per un meraviglioso attimo, fuori epoca in un gelido gennaio, le immagini fanno dimenticare il corona virus, il freddo polare, l'inquinamento atmosferico e lo smog di Milano.

A strapiombo su un mare blu cobalto, sorseggiando champagne, mangiando gamberi e frutti di mare, per un meraviglioso attimo, fuori epoca in un gelido gennaio, le immagini fanno dimenticare il corona virus, il freddo polare, l'inquinamento atmosferico e lo smog di Milano. Si perchè proprio da Milano in un agosto infernale, si allontanano le tre famiglie che, caso vuole, si ritroveranno a condividere per un errore (voluto?) delle solite agenzie online, stringendosi in 11, anzi 12 col cane Brian, ottimo attore, per una volta, intelligentemente non abbandonato in autogrill, una bella villa in puglia.


 
Già questo, fa stare molto bene, divenendo fin da subito, un feel good movie, con un'energia comica in diversi punti, non scontata e banale, come alcuni dei film precedenti, che sembravano aver perso smalto. Odio l'estate sa invece essere anche toccante e nostalgico in più momenti e sprigiona riflessioni su tematiche attuali, utili, intelligenti; la malattia, la condivisione, l'ascolto del prossimo di cui non c'è sempre da temere, lo scambio reciproco che può dare frutti e sinergie insperate.
In passato questo era una consuetudine tra famiglie; lo scambio, l'amicizia, il baratto, pratica ancora viva al sud, in calabria, in campania, in puglia, in sicilia dove la gente si aiuta ancora, dove il cuore resiste e, per fortuna, prevale.
Ecco Milano sembra aver perso queste dinamiche per chiudersi in se stessa in maniera altamente autoreferenziale e non costruttiva sull'apertura verso gli altri, in versione comica, ma queste realtà il film le racconta tutte.
Per cui la pellicola che rintraccia in Aldo Baglio, il calore e la simpatia affettuosa della sicilia, mentre in Giovanni Storti e Giacomo Poretti la parte meneghina, attua efficacemente un dialogo tra i poli opposti, dove per un volta il milanese non è "solo imbruttito" e isterico, (come i personaggi della odiosa moglie di Giacomo, ottimamente resa da Lucia Mascino o del negoziante precisetto, asettico e control freak di Giovanni) che almeno in vacanza e grazie all'aiuto degli altri si rilassano e ravvedono nelle loro manie di persecuzione e ossessioni nevrotiche dovute alla metropoli e diciamo così allo smog, per interagire in una crescita personale e in una maggiore consapevolezza di sè anche verso il prossimo.
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