Tre fratelli di madre diversa ma di stesso padre, scialacquatore appena deceduto, si ritrovano a Napoli per il funerale. Quando il notaio comunica loro che hanno solo 40 giorni per riscattare la magione avita, i tre approfittano della proverbiale superstizione dei concittadini improvvisandosi novelli ghostbusters.
Ma con i morti non si scherza, e il de cuius non ha ancora finito di buggerarli.
Film con una curiosa idea di partenza (soggetto di Guaglianone e Menotti, quelli di Lo chiamavano Jeeg robot) ma diseguale, con cali di tensione, altre trovate posticce e qualche (evitabile) scivolone nel pecoreccio. Gli interpreti fanno il grosso del lavoro, in un continuo gioco al rilancio, e se De Sica e Tognazzi jr ripropongono vecchi cliché recitativi, la maschera di Buccirosso, col suo slang partenopeo-milanese, a tratti è irresistibile. Si cerca di salvare il salvabile, si capisce anche il tentativo (questo encomiabile) di tentare nuovi percorsi nella commedia, purtroppo però molto resta sulla carta e non bastano i rimandi al De Filippo di Questi Fantasmi e di Non ti pago! a nobilitare l'impresa, mentre la citazione paterna di De Sica causa solo una immensa nostalgia.
I buoni effetti speciali di Fabio Traversari (le varie apparizioni e il Vesuvio che erutta) avrebbero meritato un'altra collocazione.
Clementino cura le musiche e offre un rap travolgente.
Una cosa è certa: non è la solita commedia all'italiana.
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