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Ghost Tropic

Regia di Bas Devos vedi scheda film

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La recensione su Ghost Tropic

di EightAndHalf
4 stelle

Sembra quasi una barzelletta: una donna si addormenta nella metro notturna che le permette di tornare a casa, ed è costretta ad attraversare mezza città a piedi in piena notte; incapace di resistere alla tentazione, compie delle azioni più o meno buone una dopo l'altra - aiuta un barbone, non denuncia un abusivo, denuncia un rivenditore di alcolici ai minorenni. Tornerà a casa? 

Dopo Violet Hellhole presentato a Berlino, Bas Devos abbandona parte del suo rigore, dando allo spettatore gli appigli che nel suo esordio al lungometraggio mancavano: un preciso contesto, una precisa situazione, una cornice. Se in Violet queste consapevolezze arrivavano allo spettatore gradualmente e in modo quasi subliminale, qui invece sono da subito ben chiare e pronte a tentare la carta dell'empatia nei confronti di una protagonista piccola, minuta e semplice, dall'animo buono e naif. Sembra quasi di vedere un film di Damien Manivel (Le parc, La nuit où j'ai nagé) se non fosse che Devos a tratti si lancia in ipnotici carrelli in avanti lungo strade buie e deserte, nel tentativo (a tratti disperato?) di risultare enigmatico. A volte inquadra dei paesaggi senza apparente motivo, e nell'incipit tenta la strada dell'ipnosi utilizzando una voce fuori campo che declama del tempo che inesorabilmente passa. Forse cerca, incoerentemente, di trovare momenti di eccezionale umanità - il segmento sulla figlia, gli atteggiamenti frequenti di solidarietà - ma ciò non toglie che l'operazione risulti un po' arty e stucchevole, soprattutto nel finale: andiamo a finire nel paesaggio tropicale di un cartellone pubblicitario che la protagonista osserva all'inizio del film e su cui è scritto 'Get Lost', e la figlia, dentro quel paesaggio, può rivolgere uno sguardo un po' ridicolo verso l'orizzonte. Se il concetto di 'oltrepassamento dei confini dell'immagine' fosse stato più precisamente riferito al desiderio escapista della protagonista, senza vezzi scemi come quello delle luci-fantasma, degli out of focus, dei dolly e della musichetta ammiccante, forse Bas Devos avrebbe dato un nuovo esemplare di cinema rigoroso, com'era avvenuto in passato e temiamo non possa avvenire più.

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