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Martin Eden

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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La recensione su Martin Eden

di barabbovich
8 stelle

Dopo aver salvato il giovane rampollo da un pestaggio, il marinaio Martin Eden (Marinelli) conosce la sorella della vittima dell’aggressione (Jessica Cressy, unico, grosso neo del film) e se ne innamora. Ma la ragazza appartiene a tutt’altra classe sociale, è ricca e colta. Sicché Martin decide, per amore, di farsi un’istruzione a tutti i costi e di diventare uno scrittore. Ci riuscirà, raggiungendo un successo clamoroso ma vivendo la conoscenza come una condanna.

Il primo lungometraggio di finzione del documentarista Pietro Marcello è una trasposizione del celebre romanzo di Jack London da San Francisco a una Napoli temporalmente indefinita, nella quale si alternano epoche diverse (le lotte operaie di inizio secolo, l’alba del fascismo, l’arrivo della televisione), sottolineate dalla presenza di materiali d’archivio, da una notevole Babele linguistica, da un montaggio ellittico e da una colonna sonora che va a pescare in un repertorio fortemente eterogeneo. Con un coraggio straordinario e facendo ricorso a una fotografia sporca e in netta controtendenza, Marcello compone un affresco a tutto tondo su un personaggio caparbio e ossessionato dalle idee di Herbert Spencer, tormentato dal conflitto tra la propria natura ribelle e l’irrefrenabile ambizione di chi farebbe di tutto per entrare nelle grazie della sua amata. Ma questo sorprendente racconto di formazione nasconde, in filigrana, temi che vanno ben oltre la narrazione di una biografia individuale: la dialettica tra populismo e individualismo e, soprattutto, l’enfasi sulla genesi dello snobismo della sinistra, raccontandoci una storia di ieri che getta ombre sul nostro presente.

Prova straripante di Luca Marinelli, premiato a Venezia con la Coppa Volpi.

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